martedì 31 dicembre 2013

HAPPY NEW YEAR


Panama City & Canal in pictures

[OFFICIAL] Berlin Germany New Year's Eve Fireworks 2013 HD - Neujahrsfeu...

VENEZIA Capodanno a S.Marco con Fuochi d'artificio 2013

per le strade di nuova delhi divertimento assicurato

New Year 2012 in Hong Kong - 新年在香港

Times Square, NY - 2013

Australia e Nuova Zelanda aprono i festeggiamenti di Capodanno

Capodanno_2010_MEXICO_prima_parte.flv

Capodanno Roma 2014 - capodannoroma2014.com

Capodanno a Parigi 2012-2013

Spettacolo pirotecnico a Copacabana - Rio De Janeiro - Capodanno 2012 (R...

POSTE ITALIANE RACCOMANDATA UNO ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


GLS CORRIERE ESPRESSO ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


RIA MONEY TRANSFER ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


CARTOLERIA DEL CENTRO...ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


GIOCATTOLI SPETTACOLARI...ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


lunedì 30 dicembre 2013

ADDIO AMICO Ilva: il cancro stronca operaio di Taranto la colletta non e' servita

 Si chiama Stefano Delli Ponti l'ultima vittima di una lista lunghissima, quasi impossibile da quantificare, di morti per cancro a Taranto, una delle città più inquinate d’Italia e alla cui situazione ambientale sono legate decine di decessi, come indicato nell’ultimo Rapporto Sentieri diffuso un anno fa.
Stefano è morto questa mattina e aveva solo 39 anni. Operaio dell’Ilva dal 1999, aveva contratto un tumore al collo per due volte nel giro di un anno (nel 2011) e stava sostenendo costosissime spese per la cura della malattia. Nel maggio scorso circa tremila dipendenti del Siderurgico, su iniziativa dell’Unione sindacale di base (Usb) e di altre organizzazioni, avevano sottoscritto un documento per devolvere il corrispettivo di novemila ore lavorate o di ferie in favore del collega, dopo che un gruppo di lavoratori aveva occupato una saletta della direzione dello stabilimento per sollecitare l’azienda ad autorizzare la colletta. I soldi sarebbero dovuti servire anche per consentire a Stefano di sottoporsi ad un intervento chirurgico all’estero. L’azienda dopo pochi giorni gli aveva accreditato una prima tranche di 20 mila euro.
Delli Ponti per undici anni era stato impiegato nel reparto manutenzione refrattaria in Acciaieria 2. Poi aveva svolto la mansione di macchinista nel reparto Mof (Movimentazione ferroviaria) e infine era passato nel magazzino 'Carri pontì. Nel giugno del 2011 aveva scoperto di avere un tumore alla ghiandola salivare della bocca, la parotide. Dopo qualche mese era stato operato a Taranto iniziando la chemioterapia. Lascia la moglie e due figli di otto e tre anni.
Difficile dire al momento quanto l’ambiente di lavoro abbia potuto incidere sulla salute e sulla morte dell’operaio. Ma sono i dati dell’ultimo Rapporto Sentieri del ministero della Salute a ricordare che Taranto, con i suoi decessi per cancro, convive da tempo con una situazione drammatica. Dal 2003 al 2009, è scritto in quelle carte, a Taranto si è registrato un incremento del 14% per tutti i tumori negli uomini e del 13% nelle donne. E ancora, negli uomini, +17% per le malattie respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici; nelle donne, i casi di tumore polmonare sono aumentati del 30% e i mesoteliomi pleurici del 211%. Forse non si saprà mai se Stefano è da registrare tra i 'morti da Ilvà. Ma il timore innanzitutto dei suoi colleghi di lavoro è che la sua morte non serva da monito per rendere la città più vivibile.

GIOCATTOLI IN LEGNO ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


Ilva: Bondi, in 2014 previsti 6-700 mln investimenti Aia.

Nel 2014 ”prevediamo 600-700 milioni di investimenti nell’Aia” che si potranno fare ”se ci saranno finanziamenti perché le nostre risorse non bastano”. Lo ha detto il commissario straordinario dell’Ilva Enrico Bondi in audizione in commissione Ambiente alla Camera sul decreto sulle emergenze ambientali.
Nel 2013, ha spiegato Bondi, l’Ilva ha prodotto ”sei milioni e 230 mila tonnellate, contro gli otto milioni e 248 mila del 2012, con una differenza nei ricavi di 41 euro a tonnellata. c’è stata una diminuzione del costo delle materie prime di 25 euro per tonnellata, che non compensa, e in più un incremento del costo per energia, manutenzione, prestazioni esterne, per 24 euro a tonnellata”.
La produzione, ha osservato ”ha frenato moltissimo” e ”nel mercato italiano i nostri concorrenti hanno esportato il 25% in più”. Comunque ”noi siamo in equilibrio finanziario, ma il conto economico è particolarmente pesante” anche se, ha sottolineato ”non è assolutamente aumentata l’esposizione con le banche” così come quella con i fornitori ”che resta a 35 giorni di scaduto, fisiologico”. Ma ”a gennaio non so se saremo ancora in grado di mantenere questa situazione”. c’è bisogno adesso ”di un provvedimento veloce – ha concluso – altrimenti in gennaio faticheremo a fare tutto quello che dobbiamo fare”.

SISALPAY ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


WESTERN UNION ONEPOINT TARANTO VIA CAVALLOTTI 61 www.onepoint.it


domenica 29 dicembre 2013

SOLO DA ONEPOINT IN VIA CAVALLOTTI 61 TARANTO www.onepoint.it

T-shirt Tutti i Colori Grafica Personalizzata, maglietta con la tua immagine, foto, logo


Stampa digitale diretta su tessuto!! NO pellicole...


COME COSTRUIRE UN PARTITO E' VINCERE LE ELEZIONI

Condizioni Fondamentali per Costruire un Partito dal Nulla, Andare ad Elezioni ed Avere Successo.
Questo articolo parla di sporca politica , o meglio di alcune condizioni imprescindibili ancorché non sufficienti, necessarie per costruire un movimento/partito dal nulla, andare ad elezioni ed avere successo. Il titolo originale era :
Sull’Importanza di Avere un Casaleggio, la Democrazia Interna e lo Strano Caso di Fermare il Declino
poi l’ho cambiato per dare una veste più seria al tutto.
Questo articolo centra moltissimo con Fermare il Declino, dunque, prima di cominciare, se non lo aveste ancora fatto vi consiglio di aderire a FiD qui.
Le 3 condizioni fondamentali per costruire un movimento/partito dal nulla, andare ad elezioni ed avere successo.

1) Programma e Idea Mainstream
E’ necessario  avere un programma definito, pubblico e facilmente accessibile che verta su almeno una idea forte e che ne sviluppi il tema, il programma definito e pubblicato almeno 6 mesi prima della data delle elzioni.
1a) Avere un programma
Per i nuovi movimenti/partiti politici le idee sono un asset fondamentale tanto quanto i front-man che ne portano la bandiera (Giannino per Fid, Grillo per M5s). E’ corretto che la domanda “Quale è il vostro programma” sia posta con insistenza a chi non è ancora entrato in parlamento. I partiti che sono già nella stanza dei bottoni in qualche modo hanno già definito le loro linee guida attraverso il proprio comportamento (o attraverso l’ignominia), i nuovi hanno solo “il programma”. Caso particolare è quello di Matteo Renzi, candidato del PD a cui viene chiesto il programma senza che la stessa operazione venga fatta con Bersani (mi viene da ridere).
Dunque un nuovo movimento/partito politico esiste se ha un programma. 
1b) Idee forti (il mainstream del movimento/partito)
Il programma deve ruotare intorno ad una o più (poche e chiare) idee forti:
esempio: M5s: il rinnovamento della classe dirigente e del modo di fare politica, Fid: il taglio della spesa, delle tasse e del debito.
I singoli punti programmatici sviluppano le idee mainstream del movimento/partito almeno in alcuni ambiti. Imprescindibile è quello economico, ma ci può anche essere quello dei diritti individuali e/o collettivi, l’ecologia, etc.
1c) Il Programma deve essere pubblico, facilmente accessibile e definito almeno 6 mesi prima della tornata elettorale
Sei mesi sono nulla, il minimo indispensabile per farsi conoscere e solo a patto di avere un front-man noto e autorevole. In questo senso FiD nonostante le ottime idee mainstream e il programma  non avrebbe alcuna chances per le prossime elezioni senza il traino forte di Giannino.
Ovviamente idee (o manifesto) e programma devono essere pubblici e facilmente accessibili a tutti. In questo senso la pubblicazione su Internet ricopre un ruolo fondamentale.

2) Una risposta univoca, chiara e automatica per ogni tema fondamentale o di attualità  (Ovvero, avercene di Casaleggio)
E’ necessario che siano definite a priori le risposte che ciascun portavoce del movimento/partito debba dare a domande pubbliche su temi fondamentali (es: Euro si, Euro no?) o di attualità (es: Vorresti Monti come ministro delle finanze?).
2a) Definire fin da subito lo spin doctor con pieni poteri
Che sia composto da una persona sola o da un comitato, deve essere definito a priori un organismo che decida, sulla base dell’idea mainstream e del programma, ogni singola risposta a domande dei media sui temi fondamentali e di attualità.
Le risposte NON devono MAI per nessuna ragione essere ambigue, grige o dare adito ad interpretazione. E’ evidente che su alcuni temi ragione vorrebbe fare dei distinguo, ma è imprescindibile, per avere successo alle elezioni essere il più possibile trancianti. 
Esempio:
Alla domanda:
Vorresti Monti come Ministro delle Finanze? 
si può rispondere:
Certamente, Monti ha salvato l’Italia e sta facendo un buon lavoro, quindi lo vorrei come ministro delle finanze
oppure
No, Monti rappresenta la continuità con la politica degli ultimi venti anni, sta affossando il nostro paese e dunque non è e non potrà mai avere nulla a che fare con il nostro movimento/partito
Invece:
Monti ha salvato l’Italia ma il problema non si pone perchè lui ha detto che non si ricandida“ 
è un suicidio se lo dice il portavoce di un nuovo movimento/partito politico.
 2b) Tutti i portavoce, gli eletti e chiunque abbia autorevolezza nel movimento/partito devono considerare vangelo le determinazioni dello Spin Doctor sulle risposte sui temi fondamentali e di attualità.
Chiunque abbia, per carica, storia e/o a qualsiasi altro titolo, un’autorevolezza pubblica riconosciuta all’interno del partito/movimento, viene informato dell’orientamento del partito/movimento sui temi fondamentali e di attualità e ha l’obbligo tassativo di studiare le risposte e di utilizzarle in ogni occasione pubblica.
Se per qualsiasi motivo la risposta data ai media non è allineata con quanto deciso dallo Spin Doctor (che ricordiamolo, decide sulla base dell’idea mainstream e del programma),esiste una persona preposta (anche lo Spin Doctor stesso) che alza il telefono, chiama il soggetto che ha dato la risposta sbagliata e ne richiede una rettifica pubblica.
Se viene opposto un rifiuto alla rettifica, vengono immediatamente chieste le dimissioni del soggetto. Se le dimissioni non vengono date si provvede all’espulsione immediata del soggetto con comunicazione ufficiale agli organi di stampa.
In altre parole: avercene di Casaleggio. Io spero per il bene del M5s che Casaleggio o chi per lui tenga ben salde le redini di un movimento fatto di persone inesperte di comunicazione politica, tanto più Casaleggio sarà spietato e despota in questa fase, tanto più l’M5s eviterà di incappare in incidenti anche gravi.

3) La Democrazia Interna
(Premessa: la politica fatta per partecipare è un’idea romantica, decadente, tipicamente europea ed essenzialmente una perdita di tempo prezioso. Per dirla all’Austriaca, una cattiva allocazione delle risorse. La politica si fa o per governare e cambiare la realtà oppure per trarne un vantaggio personale, comunque per vincere)
3a) Il Movimento/Partito è una organizzazione militare
E’ necessario che un movimento/partito che aspira al successo sia essenzialmente una organizzazione militare, con regole rigidissime e una scala gerarchica che non ammetta smagliature. La Lega dei primi anni ne è un esempio (e di successo ne ha avuto parecchio).
3b) La democrazia interna esiste ma è limitata nel tempo
Detto questo, la democrazia interna esiste ma è limitata ad un brevissimo arco di tempo, ricorrente ad intervalli predeterminati in cui si sceglie la classe dirigente. Ovvero il momento del congresso o della votazione on-line o qualsiasi altro sistema democratico ma con un caveat fondamentale.
Caveat fondamentale della democrazia interna di un movimento/partito di successo:
il diritto di voto è concesso unicamente agli iscritti da un tempo superiore ad un anno, cioè che hanno sottoscritto almeno due tessere consecutive.
Il Caveat Fondamentale è necessario per evitare i tipici fenomeni delle truppe cammellate che si iscrivono all’ultimo momento per sostenere (pagate) un candidato o l’altro.
E’ del tutto evidente che un nuovo partito/movimento che aspira al successo non potrà avere alcun reale momento di democrazia interna prima delle elezioni. l’M5s in realtà esiste da più di un anno, sono molto curioso di vedere come risolverà il problema dei nominati, posto che con tutta probabilità si andrà ad elezioni col porcellum (non c’è ironia in questa frase, sono davvero curioso).
FiD invece dovrà scegliere la classe dirigente e i candidati per decisione dall’alto, non esiste altra soluzione logica a meno di non esporsi all’entrata di riciclati e altri personaggi più che dubbi.
E’ del tutto evidente che la fase “tirannica” in cui i fondatori di FiD (Giannino? Stagnaro?)  scelgono i quadri dirigenti e i candidati determina quanto il programma, il successo del movimento/partito. Eventuali entrate per “amicizia”, “parentela” o “altro” (prestazioni sessuali, debiti da saldare) non sarebbero tollerate e determinerebbero la morte nella culla del movimento/partito.
3c) L’eccezione delle primarie.
Le primarie sono uno strumento di provata efficacia anche per intercettare l’elettorato degli “altri”.Se si decide di farle, devono essere aperte a tutti i cittadini previo una piccola ma non risibile donazione al partito (es 10€ per votare) in modo da assicurare un minimo di interesse vero.
Nessuna pubblicazione degli elenchi di chi ha votato o altri vincoli devono essere posti.

Conclusione
Queste 3 condizioni a mio avviso sono assolutamente necessarie per andare ad elezioni e avere successo. Esse però non bastano, ci vuole molto altro a partire da un efficiente sistema di raccolta fondi oppure una infrastruttura internet consistente, distribuita e inattaccabile.
Ho più di qualche idea in proposito, e verrà il giorno che verrà utile, Statene certi.

Aldo Pugliese (UIl): l’Ilva dev’essere nazionalizzata

 «Al punto in cui siamo, c’è poco da inventarsi: basta seguire i dettami della Costituzione e nazionalizzare l’Ilva per garantire tutti. Lo Stato che potrà continuare a tutelare un patrimonio del Paese, i lavoratori che manterrebbero i posti di lavoro, i cittadini di Taranto che potrebbero finalmente convivere con un’azienda che bada alla salvaguardia dell’ambiente piuttosto che inquinarlo»: Parole del segretario generale Uil Puglia, Aldo Pugliese, che spiega: «la Regione Puglia dovrebbe farla propria, invece di giocare a braccio di ferro sul rinvio della nuova Aia».

Secondo Pugliese «non si può discutere del rinvio o dell’accelerazione dell’iter, se prima non si sbloccano le licenze propedeutiche all’Aia; licenze che sono ferme tra Comune e Provincia di Taranto da luglio. La Regione non può e non deve fare finta di non sapere».

E all’Ilva: «Siamo sempre in attesa di un piano industriale che non arriva mai anche perché il commissario straordinario, Bondi, continua bussare a denari nonostante siano stati dissequestrati circa 8 miliardi di patrimonio della famiglia Riva. Che si aspetta a dare risposte a Taranto e alla Puglia?».

venerdì 27 dicembre 2013

2013, NELL’ANNO DELLLA FINE INGLORIOSA DI RIGOR MONTIS, DELLA RESURREZIONE DI LAZZARO-NAPOLITANO, DEI FORCONI SPUNTATI (GRILLO, RENZI, IL JAGUAR-O DELL’AGRO PONTINO) E DELLA CACCIATA DEL BANANA-BERLUSCONI DAL SENATO, L’UNICA DATA DAVVERO MEMORABILE DELL’ANNO POTREBBE ESSERE IL 3 DICEMBRE. DOPO OTTO ANNI LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIAVA L’IGNOBILE PORCELLUM CHE POTREBBE SEGNARE DAVVERO LA FINE DELLA COSIDDETTA SECONDA REPUBBLICA, LA PIU’ AMATA DAI GIORNALONI DEI POTERI MARCI CHE AVEVANO CAVALCATO LA “RIVOLUZIONE ITALIANA” - 2. SOLTANTO OGGI SI POSSONO CALCOLARE LE FERITE INFERTE ALLE ISTITUZIONI POLITICHE DA LOR SIGNORI DELL’ECONOMIA E DELLA FINANZA (DA AGNELLI-ROMITI A CUCCIA) CHE NEL VOLER MANDARE A CASA LA PARTIROCRAZIA (SPESSO INDIFENDIBILE) SONO FINITI CON LE PEZZE AL CULO AD ELEMOSINARE CHE QUALCHE FONDO ESTERO SE LE COMPRI


CALVANI il LEADER DEI FORCONI VA AL COMIZIO IN JAGUARCALVANI IL LEADER DEI FORCONI VA AL COMIZIO IN JAGUAR
Il 2013 non sarà l'Anno dei Forconi come avevano annunciato catastroficamente i media scambiando per un novello Juan Peron dell'agro pontino, Danilo Calvani, che guida le sommosse popolari a cavallo di una fiammeggiante Jaguar. All'adunata oceanica promossa nella Capitale, si è presentato un manipolo di tremila descamisados che ha colto l'occasione solo per fare gli acquisti di Natale. La rivolta è rinviata a nuova data attraverso le pagine dei pagine dei quotidiani.
MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHEMARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE
Dai Forconi dei masaniello (da strapazzo) ai paginoni dei giornaloni dei Poteri marci il flop resta comunque memorabile per entrambi i protagonisti della clamorosa debacle nell'anno che ha visto, in primis, le dimissioni di Papa Ratzinger dal soglio pontificio è l'elezione dell'argentino Francesco I.
Una successione epocale quella avvenuta entro le strette mura vaticane e fuori dall'Italia dei Palazzi. Mentre sulla linea della continuità (in nome della presunta stabilità) è stata la rielezione al Quirinale di Re Travicello Giorgio.
IL SALUTO TRA RENZI E BERSANIIL SALUTO TRA RENZI E BERSANI
Un passaggio istituzionale quasi obbligato (e riparatore) da parte del capo dello Stato dopo le dimissioni del governo-zero guidato da Rigor Mortis e l'esito di un voto elettorale in febbraio (anticipato imprudentemente dal Colle) che ha visto la mancata vittoria al Senato di Culatello Bersani. Con l'ascesa a palazzo Chigi dell'ultimo prodotto della sinistra Dc-doc, Enrico Letta.
E nell'anno che sta per chiudersi - a ben guardare -, soltanto l'ex premier Monti, nonostante il solito accompagnamento trionfale della grancassa (stonata) dei media, ha fatto peggio del Jaguar(o) dell'agro pontino al momento di mobilitare i suoi nella presa di Roma (politica). Finendo però per raccogliere soltanto una manciata misera di preferenze.
MONTEZEMOLO-CASINIMONTEZEMOLO-CASINI
Così, nonostante le previsioni dei Barbanera della carta stampata il 2013 non sarà ricordato né per i Forconi, in nome del falso populismo, né per le imprese governative di "Sciolta civica" di Monti e di "Italia Futura" di Luchino Montezemolo.
Una stagione davvero maledetta, la sua, tra la Ferrari umiliata dalla Red Bull di Vettel e un esordio in politica a dir poco mortificante.
Già. Il 2013 anno dei forconi (spuntati) e dei mancati tumulti popolari.
berlusconi alfano brunetta verdini santanch nella nuova sede di forza italiaBERLUSCONI ALFANO BRUNETTA VERDINI SANTANCHE NELLA NUOVA SEDE DI FORZA ITALIA
Neppure la caduta del Banana-Berlusconi e la sua cacciata dal Senato hanno provocato le prese della Bastiglia (Quirinale) da parte dei san-culottes capitanati dalla combattiva Daniela Santachè e da Dudù-Brunetta. Al più sono state minacciate mentre si consumava l'ennesima scissione con Angelino Alfano che abbandonava palazzo Grazioli per fondare altrove l'ennesimo centrino senza futuro. Nel frattempo gli unici rimasti a dar credito alla rivoluzione annunciata da Beppe-Mao Grillo sono i banchieri americani della Lehman Brothers esperti soprattutto in crack finanziari (non previsti).
Sul "rottamatore" Matteo Renzi, il più amato da "la Repubblica" di De Benedetti-Mauro, uscito vincitore-segretario dalle ultime primarie del Pd, al momento si può soltanto prendere atto che a votarlo sono stati i sessantenni dell'ex Pci. Alla faccia del rinnovamento e del passaggio generazionale strombazzato.
2006 - FESTA PER I 30 ANNI DI REPUBBLICA - GIGI MELEGA - CARLO CARACCIOLO - MARIO PIRANI - EZIO MAURO - EUGENIO SCALFARI2006 - FESTA PER I 30 ANNI DI REPUBBLICA - GIGI MELEGA - CARLO CARACCIOLO - MARIO PIRANI - EZIO MAURO - EUGENIO SCALFARI
Alla fin fine, l'unica data davvero memorabile dell'anno in scadenza potrebbe essere il 3 dicembre. Dopo otto anni la Corte costituzionale bocciava l'ignobile legge elettorale detta Porcellum.
Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.FERRUCCIO DE BORTOLI PAOLO MIELI SCOTT JOVANE E LAURA DONNINI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI RCS LIBRI.
E se da qualche tempo la politologia "à la carte" che tiene cattedra sui giornaloni dei Poteri marci era alla ricerca di una data (possibile) che segnasse pure la fine della cosiddetta seconda Repubblica ora è stata accontentata. Un arrovellarsi convulso e confuso quello dei direttori dei quotidiani e dei loro professori dalla virgola accigliata (a pagamento).
Un tentativo disperato (e miserabile) per chiudere in qualche modo un ventennio sciagurato dopo averlo inaugurato con un fiume di articolesse che, da un giorno all'altro, annunciavano agli ignari italiani l'inizio di una nuova mirabile stagione istituzionale per effetto di quella che, stampa e tv, volle far passare (abusivamente) per "rivoluzione italiana".
Mario SegniMARIO SEGNI
Le collezioni di Corriere, Stampa, Repubblica, Unità e gazzette varie (e avariate) stanno lì a ricordarcelo quel giorno che a giudizio (insindacabile) di Mieli, Scalfari, Mauro e dei loro editori la prima Repubblica, nata nel dopoguerra dalla Resistenza, era morta e sepolta per colpa di una partitocrazia sempre più arrogante corrotta.
Il che non era lontano dalla verità (storica).
Ben prima però dell'azione mediatico-giudiziaria di Tangentopoli era stato il referendum Segni del 1991 a dare una spallata decisiva a quel sistema politico che, nel bene come nel male, negli ultimi sessant'anni aveva consentito all'Italia di figurare tra gli otto Paesi meglio piazzati economicamente al mondo.
Anche se tutto ha origine tre anni prima, 1988, con il "Manifesto dei 31" animato dal figliolo sfortunato dell'ex presidente della Repubblica Antonio Segni, che tra i firmatari annoverava Umberto Agnelli (il tesoriere), Luchino Cordero di Montezemolo, il fisico Antonino Zichichi e lo storico del socialismo, Giuseppe Tamburrano.
La sfortunata "Italia Futura" era ancora tutta da divenire per l'ex ragazzo spazzola dell'Avvocato.
agnelli enrico cucciaAGNELLI ENRICO CUCCIA
Una pattuglia d'incursori, mandata in avanscoperta a fare da ariete nel Palazzo governato dall'impresentabile Caf (Craxi-Andreotti-Forlani). Dietro gli arditi referendari agivano però i grandi potentati industriali e finanziari che volevano avere mano libera sulle annunciate liberalizzazioni & privatizzazioni: Fiat (Agnelli&Romiti), Mediobanca (Cuccia) e i pezzi da Novanta della Confindustria.
enrico cuccia02 lapENRICO CUCCIA02 LAP
Lo schivo Gnomo di via Filodrammatici, incurante di venire meno ai suoi imprescindibili principi di non apparire mai, stavolta si recava ai tavolini dei referendari per apporre la propria firma. Un segnale visibile per quel capitalismo famigliare e avido che poteva contare su Mediobanca per difendere le proprie rendite di potere e occultare le proprie perdite, da scaricare sul gobbo dello stato.
Cesare RomitiCESARE ROMITI
Qualche sera fa a Milano, l'ex premier Romano Prodi - uno dei pochi che non si è piegato mai ai diktat di Cuccia -, si è preso la licenza di ricordare che la Mediobanca di don Enrico "ha messo l'Italia nel freezer e nel freezer il cibo si conserva bene ma non si moltiplica. Penso - ha aggiunto - che la sparizione della grande industria italiana debba molto a questo congelamento".
Tant'è.
Nel giugno del 1991 gli italiani furono invitati alle urne per esprimersi sull'abrogazione delle preferenze multiple alle elezioni politiche. E sotto l'azione populistica dei media e nonostante gli inviti "ad andare al mare" di Craxi il "Sì" prevalse con il 95,6%, Anche se soltanto metà degli elettori s'impegnò alla fine in quella battaglia truffaldina.
Ma pochi ricordano che anche allora la Corte costituzionale ammise la consultazione dopo aver bocciato i due quesiti suggeriti dai radicali di Marco Pannella, favorevoli all'introduzione del maggioritario al Senato. E sull'onda dell'assalto al Palazzo ci si dimenticò pure che, in realtà, ai tempi soltanto il 30% dei votanti aggiungeva le proprie preferenze (a volte con indecenti magheggi soprattutto nel Meridione) al momento di scegliere il proprio partito.
Tant'è.
BERLUSCONI CON PANNELLABERLUSCONI CON PANNELLA
Il referendum Segni, che aveva lo scopo politico di mettere in angolo i partiti (o la partitocrazia) e non di far nascere un nuovo e solido impianto istituzionale, apriva le porte prima al Mattarellum (1993) e, in seguito, al Porcellum, fortemente voluto da Silvio Berlusconi alla vigilia della tornata elettorale del 2006. E l'opposizione di "lotta e di governo" (Pd in prima fila) si è ben guardata, almeno fino all'altro ieri (intervento decisivo della Corte costituzionale), di agire con estrema durezza e determinazione per cancellare quella "porcata".
RENZI  dalemaRENZI DALEMA
L'idea di potersi scegliere e nominare i propri parlamentari al fin fine non dispiaceva neppure a Massimo D'Alema e ai suoi nipotini (indisciplinati).
A questa "politicizzazione populista", fenomeno che non può essere spiegato soltanto dando addosso al post-politico Silvio Berlusconi, hanno contribuito in maniera decisiva i giornaloni dei Poteri marci con la loro caccia alle Caste e con la ricerca di un alibi dopo per aver sguazzato per vent'anni nella porcilaia Italia.
VIGNETTA BENNY DA LIBERO RENZI NAPOLITANO DALEMA LETTAVIGNETTA BENNY DA LIBERO RENZI NAPOLITANO DALEMA LETTAMARINA RIPA DI MEANA GIANPIERO MUGHINIMARINA RIPA DI MEANA GIANPIERO MUGHINI
Ma la sentenza dell'Alta corte che boccia senza appello il sistema elettorale Porcellum, con buona pace di Matteo Renzi che assomiglia sempre più al "Signor No" di ‘Lascia e raddoppia', stavolta potrebbe segnare davvero la fine della cosiddetta seconda Repubblica. E con buona pace anche di quanti avevano immaginato che l'espulsione di Berlusconi dal Senato potesse considerarsi l'atto finale di un ventennio scandito dai Bunga-Bunga e dalle sentenze giudiziarie a orologeria.
In attesa della "terza" conviene comunque stringere le dita.
undisastro mughini coverUNDISASTRO MUGHINI COVER
Ps.
Lo scrittore e giornalista Giampiero Mughini ha appena pubblicato per Bompiani un delicato e raffinato volume di memorie (personali) dal titolo "Una casa romana racconta" in cui vive in pratica da esiliato in patria. Anni bellissimi, confessa l'autore, quando gli imbecilli erano una minoranza e i giornali "duravano e tanti amici ci leggevano". Ma di Mughini, una mosca bianca nel nostro mestiere, andrebbe rieditato in fretta il suo saggio dal titolo "Un disastro chiamato seconda Repubblica" (Mondadori, maggio 2005) che anticipa e scarnifica, quasi in presa diretta, quel cupo panorama politico italiano che abbiamo vissuto negli ultimi vent'anni. E senza bisogno di successive revisioni o di tardivi pentimenti.

BUONE NOTIZIE...Taranto, l’Amat sblocca le assunzioni 39 tra autisti e operai

TARANTO - Concorso all’Amat. Nei giorni scorsi l’azienda ha indetto un concorso pubblico per l'assunzione di 39 dipendenti tra conducenti di bus, operai addetti alla manutenzione dei mezzi pubblici, capo unità tecnica area operativa «Manutenzioni» e capo unità tecnica area operativa «Esercizio». Per questi ultimi due bandi è, però, richiesta la laurea in Ingegneria. Per candidarsi c'è tempo fino al 20 gennaio 2014.

Le assunzioni saranno realizzate con contratti di lavoro a tempo indeterminato full-time e riguarderanno 27 conducenti di bus, 2 laureati in ingegneria e 10 operai addetti alla manutenzione del parco rotabile. Per il ruolo di conducente di bus, occorrono il diploma di scuola media inferiore ed il possesso della patente D o D + E e di Cqc (Certificato di qualificazione del conducente). Sempre per il concorso da autisti, per essere ammessi alla selezione i candidati dovranno presentare una domanda su carta semplice, utilizzando uno schema allegato al bando (consultabile sul sito internet dell’azienda, www.amat.taranto.it) indirizzata ad Amat spa, via Cesare Battisti n. 657, 74121 Taranto, entro e non oltre le ore 13 del 20 gennaio. Sulla busta, oltre all’indirizzo ed al mittente, dovrà essere riportata, pena l’esclusione, la dicitura «Selezione per l’assunzione a tempo indeterminato, con contratti di tipo full-time, di n. 27 conducenti di autobus con profilo professionale di “operatore di esercizio”, parametro retributivo 140 ccnl autoferrotranvieri». Nel caso in cui il numero delle domande presentate superasse quota 300, si attiverà una procedura di preselezione per limitare il numero dei partecipanti alle fasi successive della selezione. La comunicazione della sede, del giorno e dell’ora di svolgimento della prova di preselezione avverrà sul sito internet della società entro i successivi 15 giorni rispetto alla comunicazione degli ammessi alla selezione.

SARA' VERO ?...Un'Italia di ignoranti E in Puglia il 55% non sa usare il pc

Altro che Paese della cultura. In Italia il 12 per cento della popolazione è analfabeta e senza alcun titolo di studio: si tratta di circa sei milioni di cittadini. Il dato - che emerge dall’ultima classifica stilata dall'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) - non fotografa fino in fondo la gravità della situazione. Solo il 33 per cento della popolazione, tra laureati e diplomati, infatti, è in grado di affrontare le sfide della società contemporanea, mentre il 66 per cento dispone di una formazione insufficiente che costringe questa larga fetta di italiani ad un ruolo assolutamente marginale rispetto alle dinamiche di crescita e di sviluppo del Paese. È un’intera nazione: oltre 36 milioni cittadini sono da considerare analfabeti totali, semi-analfabeti o alfabeti di ritorno, non in grado, cioé, di affacciarsi sul mondo del lavoro con reali chance di successo.

In questo quadro generale non certo idilliaco spuntano statistiche impietose per il Mezzogiorno e, in particolare, per la Puglia, dove gli analfabeti raggiungono quota 8,5 per cento, in perfetta sintonia con il dato medio del Sud. Ad aggravare la situazione ci pensano i cosiddetti analfabeti di ritorno, coloro che pur avendo conseguito la licenza media inferiore mostrano difficoltà di comprensione e di lettura: nel territorio pugliese il dato è del 38 per cento, percentuale che non colloca la regione tra le più «arretrate» come accade, invece, per la Basilicata (si veda nell’articolo accanto).

È comunque una statistica che preoccupa e che si traduce in una vera emergenza sociale, visto che il dominio della propria lingua è un presupposto indispensabile per lo sviluppo culturale ed economico dell'individuo e della collettività.

In piena era tecnologica va anche considerato l’analfabetismo informatico. Oggi chi non sa usare il computer è praticamente tagliato fuori da qualsiasi sviluppo professionale. L’Italia, manco a dirlo, è tra le realtà territoriali in fondo alla classifica europea, con due cittadini su tre che si «paralizzano» davanti ad un pc. A livello nazionale il Sud si conferma un’emergenza nell’emergenza: in Puglia il 55 per cento dei residenti è un analfabeta informatico, due punti in meno della Basilicata che in questa speciale graduatoria condivide la maglia nera con Calabria e Molise. Lo si evince dal Rapporto su innovazione e tecnologie digitali in Italia, realizzato dall'Ufficio studi del ministero.

Ad alimentare questa carenza sull’uso dei computer non sono soltanto gli anziani. Anche i ragazzi nati in piena era digitale devono farne di strada: il 24 per cento dei pugliesi tra i 16 e 24 anni ha una conoscenza assolutamente superficiale del pc, percentuale che sale al 48 se si tiene conto della fascia di età tra i 25 e i 54 anni. Soprattutto il primo dato, quello dei giovanissimi, è sconfortante e denota tutte le carenze e i limiti dell’insegnamento dell’informatica nella scuola dell’obbligo.

La statistica è devastante anche sulla percentuale di persone che, nel 2012, ha letto almeno un libro: appena il 26 per cento a fronte di una media del Nord che si attesta sul 50,8. Al Sud siamo in buona (si fa per dire) compagnia: eccezion fatta per la Sardegna, con il suo 42 per cento, le altre sette regioni del Mezzogiorno sono teatro di una débacle. Si va dal Molise (32 per cento), all’Abruzzo (30,9), alla Puglia (28), alla Sicilia (26,5), alla Calabria (26,2), alla Basilicata (26) ed infine alla Campania, fanalino (anche spento) di coda che con il suo 25,2 per cento non raggiunge nemmeno la metà dei lettori trentino ed altoatesini. lagazzettadelmezzogiorno

giovedì 26 dicembre 2013

Porto di Taranto, sì di ministeri e Regione per i dragaggi da 85 mln

TARANTO -  Va avanti il cantiere del porto di Taranto nella parte relativa ai lavori di ammodernamento dell'area del terminal container Evergreen. La scorsa settimana, informa una nota dell'Autorità portuale, Regione Puglia e ministeri dei Beni culturali e dell'Ambiente hanno emesso i pareri preliminari «alla conclusione della procedura di Valutazione di impatto ambientale relativa all'intervento di dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti». Questo riguarda l’area del molo polisettoriale «e connessa cassa di colmata finalizzata all’ampliamento del quinto sporgente». Adesso, dice l'Autorità portuale, col prossimo decreto del ministero dell'Ambiente si concluderà definitivamente l'iter del dragaggio «e sarà possibile avviare le procedure di appalto per l'esecuzione dell’opera». Costo, 85 milioni. Al termine i fondali avranno una profonditá di 16,50 metri per un tratto di 1,2 chilometri di banchina e consentiranno l'attracco delle portacontainer da 14mila teu.

Ma oltre al dragaggio, un passo avanti c’è anche per la riqualificazione della banchina sulla quale dal 2001 è insediata Taranto Container Terminal, la società di Evergreen. L'Autorità portuale, infatti - si legge sempre nella nota -, ha aggiudicato definitivamente, dopo averlo già fatto provvisoriamente lo scorso 20 novembre, l'appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dell'ammodernamento della banchina di ormeggio al molo molisettoriale (primi 1200 metri)». Si tratta di un intervento preliminare al dragaggio. I lavori, per 46,834 milioni su un importo a base d'asta di 61,758 milioni, sono stati assegnati al consorzio fra le imprese Cantieri Costruzioni Cemento, Salvatore Matarrese e Icotekne. Inoltre, sempre in merito alla riqualificazione della banchina e dei piazzali in radice del molo polisettoriale, con l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Taranto, si è concluso anche l'iter di approvazione del progetto definitivo. «Nei primi mesi del 2014 - annuncia l’Authority - potrà pertanto essere avviata la procedura di appalto per eseguire l’opera.

Lo stato di avanzamento dei lavori ma soprattutto la loro conclusione a dicembre 2015, sono stati condivisi «per vie brevi» con Taranto container terminal, informa l’Authority. E «in accordo con le pubbliche amministrazioni coinvolte nell’accordo generale del 2012», non si procederà più, come inizialmente previsto, «alla sottoscrizione di un addendum all’accordo poiché i contenuti dello stesso restano validi e confermati in toto. Le parti si impegnano comunque ad un costante monitoraggio e verifica del cronoprogramma dello stato avanzamento dei lavori mediante frequenti incontri presso la presidenza del Consiglio dei ministri».

L'accordo del 2012 prevedeva che i lavori per l'area del terminal container finissero a dicembre 2014 ma una serie di problemi hanno reso necessario, già nei mesi scorsi, riprogrammare la conclusione degli interventi che quindi slittano di un anno rispetto al termine iniziale. Un differimento che ha rischiato anche di provocare il disimpegno di Tct dal porto di Taranto. La società ha infatti osservato che senza un porto efficiente e competitivo, anche dal punto di vista della dotazione infrastrutturale, diventa difficile fronteggiare la concorrenza degli altri scali del Mediterraneo. Ora il nuovo accordo sui lavori dovrebbe aver scongiurato il rischio che Tct vada via. lagazzettadelmezzogiorno

mercoledì 25 dicembre 2013

TANTI AUGURI DI BUON NATALE RAGAZZI Su Facebook il marò trattenuto in India: Natale lontano da casa, serenità a tutti

TARANTO - «Oggi è la vigilia del Santo Natale, per noi italiani e cattolici è la festa più importante dell'anno, sinonimo di fede, famiglia, unione, calore. Purtroppo quest'anno non potrò essere nella mia amata patria per respirare il profumo che solo da noi si respira in questi giorni». Lo scrive su Facebook il 
fuciliere tarantino del Battaglione San Marco Massimiliano Latorre, trattenuto in India da due anni, insieme con il commilitone barese Salvatore Girone, con l'accusa di aver ucciso due pescatori del posto, scambiandoli per pirati. 

«Fortunatamente - precisa il marò - parte dei miei affetti più cari mi ha raggiunto portando una ventata di gioia, ma sempre con il cuore rivolto agli altri carissimi affetti che sfortunatamente non hanno potuto raggiungermi. Volevo augurare a voi tanta serenità, sentimento che ho imparato essere il più importante nella vita di una famiglia, e ringraziarvi per quanto cuore, affetto e passione ponete ogni giorno nell'essere vicino a me ed ai miei cari: questo - sottolinea - per me è il regalo più grande che potessi sognare di ricevere». ilnuovoquotidianodipuglia

lunedì 23 dicembre 2013

Tantissimi Auguri da Onepoint John Lennon - Happy Christmas (War Is Over)

BUON NATALE DA ONEPOINT Natale in casa Cupiello 1977 Atto I Un Natale come comanda Iddio

Inchiesta «Ambiente svenduto» Vendola dà oggi la sua versione

TARANTO - Il presunto concussore risponderà alle domande dei magistrati a partire dalle 15 nella caserma della Guardia di Finanza. La presunta vittima invece quasi sicuramente si affiderà ad una memoria difensiva, rinunciando al confronto.Quella di oggi rischia di essere una giornata decisiva per l’inchiesta «Ambiente svenduto» sul caso Ilva e per il futuro giudiziario del governatore Nichi Vendola e del direttore dell’Arpa Giorgio Assennato. Vendola è accusato di concussione in concorso con l’ex pr Ilva Girolamo Archinà, l’avvocato dell’azienda Franco Perli, l’ex direttore dello stabilimento siderurgico Luigi Capogrosso e il vicepresidente di Riva Fire Fabio Riva, proprio ai danni del direttore generale dell’Arpa Giorgio Assennato. Vendola avrebbe minacciato Assennato di non confermarlo nell’incarico (scaduto e poi rinnovato nel febbrario 2011) se non avesse ammorbidito la posizione dell’agenzia regionale di protezione ambientale nei confronti dell’Ilva.

In particolare, Vendola, in un incontro svoltosi alla Regione il 22 giugno del 2010 alla presenza dell’allora capo di gabinetto Francesco Manna, degli assessori Fratoianni e Losappio, del dirigente Pellegrini e di Archinà, avrebbe prima criticato fortemente l’operato dell’Arpa, ribadendo il concetto il giorno dopo, convocando nel suo ufficio il direttore scientifico Massimo Blonda e poi tenendo addirittura fuori dalla sua porta Giorgio Assennato il 15 luglio sempre del 2010, mentre riceveva Emilio e Fabio Riva, Archinà e Capogrosso. lagazzettadelmezzogiorno

domenica 22 dicembre 2013

TARANTO E QUESTI VIGILI URBANI CHE NON ESISTONO L'AMMINISTRAZIONE E' COMPLICE DI QUESTA PIAGA


ADDIO ALL’UOMO CHE SDOGANÒ IL PORNO, QUELLO VERO - È MORTO AL GOLDSTEIN, EDITORE DI “SCREW” (SCOPARE), EROE DELLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DI ESSERE OSCENI - E IL “NEW YORK TIMES” LO CELEBRA IN PRIMA PAGINA!

1. IL "NEW YORK TIMES" METTE IN PRIMA PAGINA IL NECROLOGIO DI AL GOLDSTEIN, EDITORE DI "SCREW" E PRIMO A FARE PORNO ANCHE IN UNA TV LOCALE DI NEW YORK
AL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINE

2. MORTO AL GOLDSTEIN, L'EDITORE CHE SDOGANÒ IL PORNO
Anna Guaita per "Il Messaggero"
Se tutti ricorderanno i nomi di Hugh Hefner e Playboy, e di Bob Guccione e Penthouse, sarà difficile che il mondo ricordi a lungo anche Al Goldstein e Screw. I primi due contribuirono alla liberazione sessuale degli Stati Uniti, con riviste a luci rosse che però riuscirono a salvare anche il buon gusto e aggiungere spesso anche articoli di vero valore giornalistico.

Al Goldstein non volle mai neanche avere questa pretesa: il suo Screw voleva essere quel che la parola significa, cioé una pubblicazione spudoratamente dedicata a "sco**re".
AL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINE
Goldstein è stato una figura rivoluzionaria e rivoltante allo stesso tempo, liberatoria e imbarazzante, divertente e umiliante. E in piena coerenza con la sua vita di contraddizioni, si è spento a 77 anni, in un ospizio, in assoluta povertà, nonostante a un certo punto della sua carriera di pornografo avesse accumulato una grande ricchezza.
Al Goldstein aveva tentato decine di mestieri nella gioventù, da fotogiornalista (finì anche in prigione a Cuba pe aver fotografato senza permesso Raul Castro, il fratell di Fidel) ad autista di tassì, da commesso a spia industriale, fino a che nel 1968 creò la rivista più dichiaratemente oscena sul mercato.
AL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINE
In quelle pagine non c'erano solo foto ultrarealistiche, ma anche indirizzi di prostitute, recensioni di "saloni di massaggi" e di pellicole hard-core, e insomma tutto quel che poteva servire a chi cercava avventure nel sottobosco porno.
La rivista vendeva circa 100 mila copie, nulla se paragonata ai milioni di copie di Playboy e Penthouse, ma siccome costava pochissimo pubblicarla, Goldstein fece comunque fortuna. E quando pubblicò in copertina una foto di Jackie Kennedy nuda (foto rubata su una spiaggia greca), la rivista toccò quota mezzo milione.

Con quei soldi Goldstein si comprò una villa in Florida, dove fece costruire sul prato una statua alta tre metri con il dito medio ritto, a significare il suo disprezzo per la morale benpensante. Comprò anche una casa a New York, e i diritti per trasmettere un programma - Midnight Blue - sui canali tv pubblici della città di New York.
JACQUELINE JACKIE KENNEDY ONASSIS NUDAJACQUELINE JACKIE KENNEDY ONASSIS NUDA
Lo conduceva lui stesso, spesso bestemmiando liberamente. Inveiva contro tutto e tutti, soprattutto contro l'ipocrisia dei politici, per poi intervistare qualche star del cinema porno - rigorosamente nuda - e farsi raccontare ogni sconcio particolare.

Volgare ben oltre i limiti del buon gusto, Goldstein è stato però anche salutato come un eroe della libertà di parola. Più volte denunciato per oscenità, finì in prigione 24 volte, ma solo per pochi giorni.
AL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINE
Nonostante la sua intuizione originale - che cioé c'era un pubblico avido di pornografia senza veli e di polemiche stridenti contro i politici beghini - Goldstein non capì invece Internet e le sue possibilità. E così, sia il suo programma che la sua rivista vennero facilmente scavalcati dal nuovo medium che è in grado di offrire lo stesso prodotto senza costi e anche più realisticamente.
AL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINE
Negli ultimi anni pur essendo molto noto nella città di New York Goldstein era caduto in povertà, e per un certo periodo era addirittura diventato senzatetto. Aiutato da alcuni amici del mondo dello spettacolo, fra questi il noto comico Penn Jillette, ha poi trovato una camera in un ospizio, dove si è spento per una crisi renale.
AL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINE

AL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINEAL GOLDSTEIN SCREW MAGAZINE


FOTOGALLERY