venerdì 6 dicembre 2013

Taranto, parlano Miriam e Francesca le ragazze del "fiocco rosso" «Battute idiote, città arretrata»

TARANTO - Miriam e Francesca, le hostess della discordia a Palazzo di città. Le due ragazze tarantine, “tubino” nero stretto ai fianchi con fiocco rosso decorativo, che martedì a mezzogiorno loro malgrado sono entrate nell’occhio di un ciclone che investe e spazza qualsiasi cosa. Prima sulla stampa on line, poi sul “cartaceo”, per completare un valzer mediatico mai cercato, su internet e su uno degli strumenti più spregevoli come la chat, quando questa viene usata come paravento. Dove spesso dicono e scrivono di tutto, praticano lo sport preferito: lanciare il sasso e nascondere la mano. Francesca e Miriam preferiscono usare il solo nome, papà e mamma restano al riparo. Ieri le abbiamo incontrate, per raccoglierne lo sfogo e poi, se possibile, mettere la parola fine a un episodio senza proporzioni. Erano insieme con Giuseppe Fornaro, loro “datore”, titolare di un’agenzia di servizi che opera in tutta la Puglia. Parlano, le due “hostess”, hanno tanta voglia di farlo. Tirano fuori rospi che hanno ingoiato a causa di quel “tubino” con decolleté finito su internet.

Venti anni a testa, Miriam al secondo anno di Giurisprudenza a Taranto, Francesca al secondo di Biologia, a Bari. Non solo hostess, le due ragazze tarantine si occupano anche di altro. Quando lo studio glielo consente, preparano conferenze-stampa, lavoro di segreteria e “roadie”. Come in questi giorni, al seguito dei numerosi artisti all’interno del cartellone del Comune. Ma il rapporto di lavoro non è con l’Amministrazione cittadina. «Qualcuno si mettesse l’anima in pace – dicono le due amiche – non siamo state selezionate in un casting nel quale sindaco e assessori promuovevano o bocciavano le aspiranti hostess: l’Amministrazione non c’entra niente, il rapporto di lavoro è direttamente con l’agenzia, stop!».

Indossano un montgomery e giaccone. Una delle due, Francesca, porta con sé, spiritosamente, il fiocco rosso che tanti commenti ha suscitato in queste ore. L’altra, Miriam, impugna il cellulare, viaggia su internet, legge e rilegge frasi offensive. «Poveracci – commenta, mentre fa scivolare un pollice sul suo “touch screen” – è gente che non deve stare bene se si sfoga in questo modo: ce ne dicono di tutti i colori». In questi due giorni si è fatta un’idea su questo attacco mediatico. «Penso vogliano colpire il sindaco, Ippazio Stefano – la sua ipotesi – che con la storia della conferenza stampa non c’entra assolutamente: non ci conosceva, a stento ci siamo salutati; un “buongiorno”, alla fine della conferenza, nessun commento».
«Lo penso anch’io – sottoscrive Francesca – il “tubino” in causa lo abbiamo scelto noi stesse, dal nostro guardaroba con l’aiuto di un’amica: unico suggerimento, trattandosi di Natale, periodo identificato col rosso, di mettere su un fianco un grosso fiocco di quel colore; e anche su questo, i soliti idioti, hanno tenuto a fare battutacce, come se fossimo state confezionate come pacco-regalo; a volte capisco quei ragazzi che vogliono andare via da questa città, così provinciale nei sentimenti».
«Fossero state ragazze con personalità fragile, sarebbe stato complicato uscirne fuori con facilità» dice Fornaro, 48 anni, negli anni organizzatore di eventi con Federica Panicucci, Tosca D’Aquino, Piera Degli Esposti, Paola Pitagora, Katia Ricciarelli e, oggi, fra i promotori di alcuni spettacoli all’interno del programma del Comune “Regalati un Natale a Taranto”. «Se non sei abituato – conclude Fornaro – a subire attacchi di dimensioni così sproporzionate, una vicenda così può lasciare il segno: a caldo la reazione delle due ragazze è stata positiva, adesso vediamo se finisce qui!». quotidianodipuglia

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