venerdì 6 dicembre 2013
Taranto, alla Cementir chiude area a caldo dipendenti da 98 a 42 Imprenditori senza la capacita di diversificare e di innovare che tristezza
TARANTO - Il management aziendale della Cementir ha comunicato ai sindacati Cgil, Cisl e Uil e alle segreterie di categoria Fillea, Filca e Feneal la cessazione delle attività che riguardano l'intera area a caldo dello stabilimento di Taranto a partire dalla fine di dicembre. Dalla stessa data rimarrà in esercizio unicamente l'attività di macinazione del prodotto finale (la cosiddetta 'area a freddò). Di conseguenza, informano i sindacati, «il fabbisogno di personale subirà una consistente diminuzione passando dalle attuali 98 unità a 42, con una riduzione della forza lavoro di ben 56 dipendenti. L'attuale produzione è stata quantificata in forte deficit (-60%) rispetto al livello standard che consentirebbe il mantenimento della forza lavoro in attività».
Da settembre i 98 dipendenti della Cementir sono in cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, a turno e per dodici mesi.
La proprietà ha ribadito che «il mercato interno del cemento ha subito una forte compressione della produzione» e anche per il 2014 non ci sono segnali che lasciano intravedere una ripresa. Inoltre, aggiungono i sindacati, c'è il problema «dell'agibilità della banchina del porto di Taranto» di cui si parlerà il 14 dicembre con la locale Authority. Perciò anche gli investimenti infrastrutturali sono stati differiti. Fillea, Filca e Feneal hanno indetto un'assemblea sindacale per mercoledì 11 dicembre per informare i lavoratori e per concordare le prime iniziative di contrasto al declino produttivo verso cui è avviato lo stabilimento di Taranto.
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