sabato 14 dicembre 2013

Martina, la «vergogna» dei laboratori tessili cinesi tra sequestri e denunce di PASQUALE D’ARCANGELO

MARTINA FRANCA - Dormitorio e cucina fuori norma: multe per 10mila euro da parte dei carabinieri a due laboratori tessili gestiti dai cinesi. Due imprenditori sono stati denunciati per aver violato le più elementari norme in materia di sicurezza sul lavoro e di produzione e detenzione di sostanze in cattivo stato di conservazione. Sono stati poi sequestrati 300 chili di cibo e bevande e una cucina ed è stata proposta di chiusura di un’altra cucina nelle mense aziendali.

A seguito del recente incendio in un laboratorio di Prato, nel quale sono deceduti dei cittadini cinesi, la Compagnia Carabinieri di Martina ha avviato un servizio straordinario di controllo del territorio, coinvolgendo 30 uomini con i reparti speciali dei Nas e dei Nil di Taranto per una verifica del rispetto delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e della regolarità delle posizioni lavorative del personale impiegato nelle manifatture tessili. E così in un laboratorio cinese i militari hanno costatato “una scala esterna di accesso alla fabbrica priva di ringhiera ed estremamente pericolosa, le stanze adibite a dormitorio degli operai prive dell’impianto di riscaldamento e di corrente elettrica, la mancanza del documento di valutazione dei rischi negli ambienti di lavoro, lo stato di degrado e di sporcizia della mensa aziendale, proponendo la chiusura della cucina all’Asl”.

In un altro i Carabinieri hanno invece hanno trovato “all’interno della mensa aziendale 300 chili di cibo destinato alla consumazione da parte degli operai, in pessimo stato di conservazione. Carne, frutta, riso, patate e verdure, in parte riposte in due congelatori obsoleti e mal funzionanti, in parte addirittura lasciati direttamente sul pavimento”. I Carabinieri intendono passare a setaccio i laboratori del territorio dopo una preliminare attività info-operativa con i reparti speciali per verificare la conformità delle norme di sicurezza aziendale, igienico-sanitarie, e la regolarità delle posizioni lavorative degli impiegati.

Nel primo blitz nell’agro martinese, sono stati passati sotto la lente di ingrandimento tre laboratori tessile gestiti da cinesi ed un opificio gestito da italiani, è stata verificata la regolarità dei documenti di soggiorno in Italia di 25 operai di nazionalità cinese e la loro posizione contributiva. E’ solo l’inizio per un’azione a tutela della sicurezza e dei lavoratori con gli occhi a mandorle che hanno attraversato l’emisfero per mutare le condizioni di lavoro rispetto al proprio Paese.lagazzettadelmezzogiorno

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