sabato 14 dicembre 2013

Pulsano: sequestrato un ambiente di depurazione

PULSANO - L'impianto di depurazione delle acque reflue urbane asservito ai comuni di Pulsano e Leporano è stato sequestrato dalla Guardia costiera di Taranto per irregolarità amministrative e violazione di norme di tutela ambientale.
L'attività di monitoraggio, durata tre mesi, condotta dagli uomini del Nucleo difesa mare sull'impianto di depurazione di contrada Rotondella e la condotta a mare ubicata, in località Luogovivo, ha consentito di verificare come l'impianto funzionasse - secondo la Capitaneria di porto - in «assenza di autorizzazione allo scarico, senza rispettare la conformità ai parametri legislativi delle acque reflue sversate in mare».

È stata inoltre riscontrata la presenza non autorizzata all'interno dello stabilimento di un ingente quantitativo di fanghi depurati e non smaltiti, il tutto in totale spregio della normativa disciplinante la materia. I sopralluoghi effettuati lungo la condotta, che sfocia direttamente a mare, hanno evidenziato invece la fuoriuscita di liquami di varia natura immessi direttamente in mare «con evidente danneggiamento - evidenzia ancora la Capitaneria - delle acque marine e propagazione di un forte odore nauseabondo in tutta la zona circostante, con conseguente grave disagio per tutti i residenti della zona e turisti e villeggianti, che soprattutto nel periodo estivo popolano questo tratto di costa, tra i più belli della litoranea salentina».
La Capitaneria di porto di Taranto ha verificato «l'attuale e persistente stato di mal funzionamento dell'impianto di depurazione» sottoposto a sequestro che «di fatto non riesce a garantire il trattamento delle acque reflue ricevute». Dagli accertamenti effettuati è stato stimato che l'impianto riceve in ingresso i reflui per più di 34mila abitanti nonostante sia strutturalmente dimensionato sulla base di 15mila abitanti. L'intero impianto di depurazione, per una superficie pari a circa 3.500 mq e la condotta a mare di lunghezza pari a circa 41 mq, sono stati quindi sottoposti a sequestro penale con facoltà d'uso al gestore. Le ipotesi di reato vanno da illeciti ambientali quali il danneggiamento aggravato delle acque pubbliche, il getto pericoloso di cose, il deturpamento di bellezze naturali, il superamento dei valori tabellari allo scarico in acque superficiali, ai reati contro la pubblica amministrazione, a seguito dell'interruzione di un servizio di pubblica necessità. ilnuovoquotidianodipuglia

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