AFFARITALIANI mi include tra gli amici dell’ILVA, riprendendo una conversazione telefonica tra due persone (Archinà e Allegrini) che parlano di me.
Le indagini non hanno rilevato alcun riscontro in merito al contenuto della intercettazione, né atti a mia firma come direttore generale né tantomeno iniziative a supporto di miei fantomatici interessi in Brasile con la famiglia Riva.
La conversazione intercettata, sulla base degli atti, non è risultata rilevante ai fini dell’indagine e semmai appartiene alla categoria del millantato credito : sarebbe interessante sapere perché viene divulgata.
Forse perché non è piaciuta al “partito” della chiusura dell’ILVA l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) che ho rilasciato da Ministro il 26 ottobre 2012, con la prescrizione dell’adeguamento degli impianti agli standard europei piu’ severi e avanzati e che impone investimenti per 3 miliardi € : non c’è male come regalo di un “amico” alla famiglia Riva.
AIA che non è piaciuta neppure alla Magistratura di Taranto che ha sollevato eccezioni di costituzionalità contro la legge che ha recepito l’autorizzazione, approvata alla unanimità dal Parlamento. Eccezioni tutte respinte dalla Consulta.
A proposito dell’AIA, voglio ricordare che avevo disposto nel marzo 2012 la revisione dell’Autorizzazione rilasciata il 4 agosto 2011 dall’allora Ministro Prestigiacomo d’intesa con il Presidente Vendola, al fine di applicare da subito nello stabilimento di Taranto le migliori tecnologie disponibili per la siderurgia (BAT) individuate dalla Commissione Europea l’ 8 marzo del 2012 e che entreranno in vigore in Europa dopo il 2016.
E voglio anche ricordare che avevo ottenuto dall’ILVA sia il ritiro di tutti i contenziosi aperti dall’azienda contro l’Amministrazione, sia la piena accettazione delle prescrizioni dell’AIA : nulla a che vedere con la prassi “opaca” delle procedure e dei controlli che hanno contrassegnato decenni di relazioni tra Amministrazioni e azienda, e niente di amichevole.
Ma evidentemente la linea chiara e trasparente che ho seguito, incardinata nelle direttive europee, aveva avuto l’effetto di mettere in discussione gli equilibri consociativi di cui era espressione l’AIA dell’agosto 2011.
Forse è per questo che nell’estate 2012, nella fase più critica della crisi dell’ILVA, esce su diversi quotidiani la stessa intercettazione telefonica ripresa in questi giorni: una intimidazione infame finalizzata a farmi recedere dal mio impegno a difesa dell’ambiente, della salute e dell’occupazione a Taranto.
Un’intimidazione che continua: rassicuri i suoi lettori che io tiro dritto.
Corrado Clini
Ministro dell’ambiente del governo Monti

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