mercoledì 29 gennaio 2014

Srl Semplificata Unipersonale: la Srls con un solo socio Come costituire e avviare una Srl semplificata con un solo socio: nuova disciplina, costi, statuto, possibilità di trasformazione in Start-up innovativa in deroga aspecifici requisiti.

La Legge 99/2013 ha semplificato la disciplina sulle società a responsabilità limitata semplificata  (art. 2463-bis c.c. – introdotto dall’art. 3 D.L. 1/12, conv. con L. 27/12 – modificato dall’art. 9, c. 13, D.L. 76/13): con la nuova formulazione, da giugno 2013 possono costituire una Srls le persone fisiche di ogni età, con capitale sociale minimo di un euro e fino a massimo 10mila  (che è invece la quota minima per la Srl tradizionale).

Srl Unipersonale

La Srl semplificata (Srls) richiede la sottoscrizione di un contratto o atto pubblico, che può essere anche unilaterale. Di fatto, è possibile costituire anche una Srl semplificataunipersonale, cioè costituita da un solo socio. Tra l’altro con la nota n. 164029 dell’8 ottobre 2013, segnaliamo che il Ministero dello Sviluppo Economico ha di recente espresso parere positivo sulla trasformazione di una Srl Unipersonale in Startup Innovativa.

Spese di costituzione

Non sono dovuti diritti notarili per la redazione dell’atto costitutivo e l’iscrizione al registro delle imprese, anche se il notaio deve comunque verificare i requisiti dei soci e iscrivere l’atto nel registro. Esenti da diritto di bollo e di segreteria, le Srls devono invece versare imposta di registro (168 euro) e diritto annuale.

Statuto Srls

L’atto costitutivo stesso deve essere pubblico, conforme al modello standard tipizzato (contenuto nel DM 138/12, in G.U. 189 del 14.08.2012) e prevedere informazioni imprescindibili:
  • anagrafica di ciascun socio;
  • denominazione sociale con indicazione di Srl semplificata;
  • comune in cui è localizzata la sede societaria (ed eventuali sede secondarie);
  • ammontare del capitale sociale (di almeno € 1,00 e inferiore a € 10.000,00) sottoscritto e interamente versato con conferimento in denaro all’organo amministrativo alla data della costituzione, con conferimento in denaro ;
  • attività oggetto sociale, come da art. 2463, co. 2, n. 3), c.c.);
  • quota di partecipazione di ogni socio, come da art. 2463, co. 2, n. 6), c.c.;
  • norme su funzionamento della società, amministrazione e rappresentanza, come da art. 2463, co. 2, n. 7), c.c.;
  • elenco affidatari dell’amministrazione societaria ed eventuale incaricato della revisione legale dei conti, come da art. 2463, co. 2, n. 8, c.c.;
  • luogo e data di sottoscrizione dell’atto.
Le eventuali modifiche allo Statuto rispetto al modello tipizzato devono rispondere a specifici esigenze, chiarite dal MiSE con la nota n. 6404  del 15 gennaio 2014.

Requisiti semplificati

La nuova norma ha rimosso gli obblighi legati all’età dei soci e dell’amministratore della società. Con l’art. 9, co. 13, lett. b) del D.L. 28 giugno 2013, n. 76 quest’obbligo è stato abrogato ed è ora possibile affidare l’Srls anche a soggetti esterni alla compagine sociale. In pratica, l’amministratore può essere una o più persone, anche diverse dai soci.

Cannabis terapeutica Regione Puglia vara legge all'unanimità

BARI – In Puglia sarà possibile usufruire della cannabis e dei suoi derivati per motivi terapeutici. Lo ha deciso all’unanimità il Consiglio regionale che ha approvato la legge sulle "modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche". Il testo, composto da 7 articoli, disciplina l'uso dei farmaci cannabinoidi a partire dal piano terapeutico predisposto dal medico specialista del servizio sanitario regionale.
Questo trattamento potrà essere esercitato sia nell’ambito ospedaliero pubblico (o privato accreditato) sia in ambito domiciliare. Alla Regione spetterà monitorare l’andamento del trattamento del dolore cronico e promuovere aggiornamenti per gli operatori sanitari interessati. La Giunta regionale dovrà emanare gli indirizzi attuativi della legge, al fine di garantire l’omogeneità nell’erogazione dei farmaci.   La scelta del Consiglio regionale pugliese è in sintonia con quanto già deliberato da diverse altre Regioni come Abruzzo, Emilia, Lazio Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto.

INTRONA: LEGGE CORAGGIOSA
Per il presidente dell’Assemblea legislativa pugliese, Onofrio Introna, la legge sulla legalizzazione della cannabis ad uso terapeutico approvata oggi è "una legge avanzata e coraggiosa, che segue una scelta matura della Puglia, adottata insieme ad altre Regioni ed una sperimentazione accurata, attuata in un ospedale pubblico salentino". "Siamo così – ha detto – accanto ai cittadini più sofferenti. Sotto stretto controllo medico, la cannabis cessa di essere una droga e diventa un presidio sanitario, come altre sostanze stupefacenti trattate per l’uso farmacologico".

Soddisfatta l’assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile: "E' una legge che dà ascolto alle attese di tanti malati, affetti da patologie che possono beneficiare da questo tipo di farmaci. Norma costruita con attenzione, confrontando testo con altre normative regionali che hanno già superato il vaglio del governo nazionale su impugnativa per eventuali rilievi di incostituzionalità". Un ringraziamento per la sensibilità dimostrata con l’approvazione è arrivato dal presidente del gruppo consiliare Sel, Michele Losappio, primo firmatario della proposta. lagazzettadelmezzogiorno

lunedì 27 gennaio 2014

Bankitalia: «Al 10% la metà della ricchezza» Negli ultimi 3 anni il reddito medio è calato di oltre 7 punti. Dramma giovani: negli ultimi 20 anni è calato di 15 punti


Induce a riflettere sulle disuguaglianze crescenti nel nostro Paese: il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% delle ricchezza netta familiare totale (45,7% nel 2010). A rilevarloL’indagine sui bilanci delle famiglie italiane nel 2012 della Banca d’Italia. Che mostra come il 10% delle famiglie con il reddito più basso percepisce il 2,4% del totale dei redditi prodotti mentre il 10% di quelle con redditi più elevati percepisce invece una quota del reddito pari al 26,3%.
LA COMPOSIZIONE - In Italia metà delle famiglie vive con meno di 2mila euro al mese. In particolare, solo la metà ha un reddito annuo superiore ai 24.590 euro (circa 2milaeuro al mese), mentre un 20% conta su un reddito addirittura inferiore ai 14.457 euro (1.200 euro al mese). Il 10% delle famiglie a più alto reddito, invece, percepisce più di 55.211 euro. L’esito è che in Italia la povertà pseudo-assoluta è salita dal 14% del 2010 al 16% nel 2012. Nell’indagine biennale sui bilanci delle famiglie, Bankitalia individua la soglia di povertà con un reddito di 7.678 euro netti l’anno (15.300 euro per una famiglia di 3 persone).
LA GENERAZIONE - La situazione peggiore è però ancora una volta quella dei giovani: negli ultimi 20 anni il reddito equivalente è calato di 15 punti percentuali nella fascia 19-35 anni e di circa 12 punti in quella 35-44. Ed è tra le famiglie sotto i 34 anni che nel 2012 si registra la diminuzione più marcata di ricchezza netta familiare. Resta contenuta la diffusione dell’indebitamento, legato per lo più a mutui per l’acquisto o la ristrutturazione della casa: risulta al 26,1%, in calo rispetto al 27,7% del 2010, con un ammontare medio del debito di poco superiore ai 51mila euro. Cresce invece la vulnerabilità finanziaria - una rata per il rimborso dei prestiti superiore al 30% del reddito insieme a un reddito monetario sotto la mediana - che nel 2012 riguardava il 2,6% delle famiglie (+0,4% rispetto alla rilevazione precedente), circa il 13,2% dei nuclei indebitati (+3,1%).
LE CLASSI - Tra il 2010 e il 2012 il deterioramento delle condizioni economiche ad ogni modo è stato più accentuato per i lavoratori indipendenti (il cui indice passa da 144 a 138 per cento della media) rispetto a quello dei dipendenti e delle persone in condizione non professionale (entrambi stabili intorno rispettivamente a circa 109 e 91). Solo l’indice relativo ai pensionati sale da circa 108 a 114. La flessione ha riguardato tutte le classi di età ad eccezione degli anziani, per i quali l’indice passa da 106 a 114. Nell’arco del passato ventennio chiuso nel 2012, il reddito equivalente degli individui anziani è passato, in termini relativi, dal 95 al 114 per cento della media generale. Anche la posizione relativa delle persone fra 55 e 64 anni è migliorata (+18 punti percentuali).

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Furti nelle case a Taranto è un bollettino di guerra

TARANTO - Furti in casa, allarme rosso. In linea con la media nazionale, a Taranto e in provincia dilagano i «topi» d’appartamento.

Non passa giorno senza che la Questura, o il Comando provinciale dei Carabinieri non ricevano almeno una denuncia. E non è nemmeno possibile tracciare una mappa dei furti perché episodi del genere si registrano dal centro alle periferie, in ogni zona della città e ad ogni ora. Presi di mira, in particolare, sembrano essere i rioni Borgo e i quartieri residenziali di Lama, Talsano e San Vito.

Non si tratta di furti eseguiti con metodo, preparati con cura e studiati a tavolino. Ma piuttosto siamo di fronte a veri e propri raid estemporanei dettati per lo più dall’assenza dei padroni di casa. Il ladro entra scassinando la serratura, o da una finestra poco visibile, arraffa tutto quello che può e che non è ingombrante da trasportare e se la da a gambe. Tutto accade, nella maggior parte dei casi, nel giro di pochi minuti. Un tempo necessario per mettere a soqquadro la casa e portarsi via per sempre oggetti cari a cui sono magari legati i ricordi più intimi della propria vita. Il furto come stupro dell’intimità di una casa, reato odiosissimo perché viola la privacy delle nostre vite. E a quanto pare non si riesce nemmeno a mettere un argine al dilagare del fenomeno.

Le forze dell’ordine fanno tutto il possibile, ma contro l’aumento improvviso e pazzesco del fenomeno c’è poco da stare tranquilli. Del resto i dati forniti dal Viminale alla fine dell’anno parlano chiaro: nelle città, Taranto non ne è esente, nel 2013 c’è stato un aumento di poco meno del 55 per cento in più di furti in abitazione rispetto a due anni fa.

Un boom spregevole e del quale avremmo volentieri fatto a meno. I casi segnalati aumentano soprattutto nel fine settimana. L’ultima denuncia alle forze dell’ordine arriva da via Abruzzo dove il proprietario di un’abitazione ha segnalato alle forze dell’ordine la presenza di alcuni “strani” segni tracciati accanto ai citofoni. Una “x” seguita da altri graffiti all’apparenza incomprensibili. Il sospetto è che si tratti del cosiddetto “codice degli zingari”, una sorta di linguaggio cifrato a metà fra leggenda metropolitana e riconoscimento da parte delle stesse forze dell’ordine.

Si tratta di simboli, presumibilmente lasciati dai nomadi, come tecnica utilizzata per rubare all’interno delle abitazioni. Chi mette a segno i furti, qualche giorno prima di agire, farebbe un sopralluogo per studiare la situazione, lasciando dei segni sui citofoni per “avvisare” i complici sul da farsi. Non tutti, però, sono d’accordo sulla possibilità che tutto ciò corrisponda al vero. È difficile dire se si tratta di una bufala, o se il fatto corrisponde a realtà. In ogni caso le forze dell’ordine consigliano di denunciare sempre casi del genere. Come di segnalare immediatamente la presenza di persone sospette o con atteggiamenti sospetti nei pressi di ville o abitazioni. A volte basta una semplice telefonata al 112, o al 113 per evitare guai e dispiaceri. LAGAZZETTADELMEZZOGIORNO

venerdì 24 gennaio 2014

DIAMO IL BENVENUTO IN BORGO CARD A " ROSTICCERIA DORO " IN VIA DI PALMA 74


Ilva: dagli ambientalisti «video scioccante» alla Procura/ Video

TARANTO - Un nuovo ''video scioccante'' sulle emissioni di polveri e fumi dallo stabilimento Ilva di Taranto è stato girato nella notte tra il 21 e il 22 gennaio scorsi dal presidente del Fondo Antidiossina, Fabio Matacchiera e sarà consegnato alla Procura e alla Commissione europea, ''a testimonianza - sottolinea l'ambientalista - che nulla è cambiato e che la situazione sanitaria ed ambientale di Taranto e della intera Provincia permane molto critica''. Dal video - sostiene Matacchiera - ''si può valutare bene la differenza tra le nubi formate dai vapori e quelle che si formano a causa delle emissioni di polveri e dei fumi che provengono dall'Ilva di Taranto. Le emissioni, come si vede, fuoriescono incontrollate dalle aree basse (non dai camini!), soprattutto durante la notte, anche con ripetuti fenomeni di slopping''.

Guarda il video

giovedì 23 gennaio 2014

Al via l’operazione sanatoria di Equitalia Comprese anche il bollo dell’auto e le multe La scadenza è fissata per il 28 febbraio: hanno aderito finora 200 contribuenti

Parte l’operazione sanatoria per le cartelle che riguarderà non solo i tributi erariali ma anche tributi come il bollo dell’auto e le multe per la violazione del codice della strada. Esclusi, invece, i debiti Inps e Inail. Lo annuncia Equitalia in una nota. La scadenza è fissata per il 28 febbraio ma sono già 200 i contribuenti che hanno aderito.
LA LEGGE - Secondo quanto previsto dalla legge di Stabilità approvata a dicembre, entro il 28 febbraio i contribuenti hanno la possibilità di pagare in un’unica soluzione, senza interessi di mora e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 a Equitalia per la riscossione. I cittadini interessati dovranno attivarsi per valutare la loro situazione e scegliere se aderire. In caso di dubbi - suggerisce la società di riscossione - è sempre opportuno chiedere chiarimenti agli sportelli di Equitalia dove gli addetti forniranno tutte le informazioni necessarie e la massima assistenza.
LA RATEIZZAZIONE - Rientrano nella possibilità di regolarizzazione, per esempio, le entrate erariali come l’Irpef e l’Iva e, limitatamente agli interessi di mora, anche le entrate non erariali come il bollo dell’auto e le multe per violazione al codice della strada elevate da Comuni e Prefetture. Restano invece escluse le somme dovute per effetto di sentenze di condanna della Corte dei Conti, i contributi richiesti dagli enti previdenziali (Inps, Inail), i tributi locali non riscossi da Equitalia e le richieste di pagamento di enti diversi da quelli ammessi (l’elenco è disponibile sul sito www.gruppoequitalia.it). La definizione agevolata è applicabile anche in presenza di rateizzazioni, sospensioni giudiziali o altre situazioni particolari. Ecco la mini guida diffusa da Equitalia: -
COME FUNZIONA: La definizione agevolata riguarda le cartelle e avvisi di accertamento esecutivi emessi per tributi di competenza delle Agenzie fiscali (Agenzia delle Entrate, del Demanio, del Territorio, delle Dogane e dei Monopoli), Uffici statali (per esempio Ministeri e Prefetture) ed Enti locali (Regioni, Province e Comuni), affidati a Equitalia entro il 31 ottobre 2013.
VERIFICA DELLE CARTELLE: Per capire se i tributi inseriti nelle cartelle/avvisi rientrano nella definizione agevolata i contribuenti devono prendere visione della propria situazione debitoria e verificare innanzitutto la data in cui le somme dovute sono state affidate all’agente della riscossione e il tipo di atto ricevuto. Queste informazioni sono contenute nell’estratto di ruolo che si può chiedere agli sportelli di Equitalia.
LA SANATORIA: Per tutte le cartelle/avvisi che rientrano nell’agevolazione il contribuente non dovrà pagare gli interessi di mora, che maturano dalla data di notifica della cartella in caso di mancato pagamento delle somme entro i 60 giorni previsti. Inoltre, per le cartelle/avvisi emessi per conto dell’Agenzia delle Entrate, e quindi riferite a entrate erariali, non si paga anche il tributo relativo agli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, indicati nella cartella di pagamento e nell’estratto di ruolo.
LA SCADENZA: Chi sceglie di aderire dovrà pagare il residuo del debito (al netto degli interessi non dovuti), l’aggio, le spese di notifica e quelle per eventuali procedure attivate. Il pagamento deve essere effettuato in un’unica soluzione entro il 28 febbraio 2014. Fino al 15 marzo resta sospesa la riscossione dei debiti interessati alla definizione agevolata. Equitalia invierà entro il 30 giugno mediante posta ordinaria una comunicazione di avvenuta estinzione del debito ai contribuenti che avranno pagato nei termini previsti.
DOVE E COME PAGARE: È possibile effettuare il versamento in tutti gli sportelli di Equitalia, negli uffici postali tramite bollettino F35, indicando tassativamente nel campo «Eseguito da» la dicitura «Definizione Ruoli - L.S. 2014». Per la corretta ricezione del pagamento, si consiglia di utilizzare un bollettino F35, completo di codice fiscale, per ognuna delle cartelle/avvisi che si vuole pagare in forma agevolata.
PER CHI HA CREDITI CON LA PA: In caso di crediti con la Pubblica amministrazione, Equitalia contatterà i contribuenti: in base alla legge l’ente interessato, prima di effettuare il pagamento, deve verificare la presenza di eventuali debiti con lo Stato di importi superiori a 10 mila euro. Il contatto diretto con i contribuenti interessati è stato voluto da Equitalia per consentire loro di saldare le cartelle/avvisi avvalendosi del pagamento agevolato entro la scadenza e permettere alla PA di procedere al pagamento del credito nei tempi previsti senza risentire di eventuali ritardi dovuti ai tempi tecnici legati alle operazioni della definizione agevolata.

mercoledì 22 gennaio 2014

«Inchiesta Ilva» Mandato d'arresto per Fabio Riva

MILANO – E' stato emesso un mandato d’arresto, nell’ambito di una inchiesta della procura di Milano, per Fabio Riva, già coinvolto nell’inchiesta della Procura di Taranto sull'Ilva. Fabio Riva, da quanto si è saputo, si trova in Inghilterra.

A Fabio Riva, figlio di Emilio, patron dell’Ilva di Taranto, viene contestata, da quanto si è saputo, una truffa ai danni dello Stato per centinaia di milioni di euro, per l’erogazione di contributi all’esportazione che sarebbe stata realizzata attraverso la holding Riva Fire.
Oltre al mandato di arresto per Fabio Riva, altre due persone, invece, sono state arrestate: un dirigente della Riva Fire e un professionista. Indagata anche la società Riva Fire.

L'inchiesta è coordinata dai pm di Milano Stefano Civardi e Mauro Clerici. L’ordinanza di custodia cautelare a carico di Fabio Riva e di altre 2 persone è stata firmata dal gip Fabrizio D’Arcangelo. Per Fabio Riva è stato necessario però emettere un mandato d’arresto europeo perchè si trova in Inghilterra.

Da quanto si è saputo questa è una terza tranche di una inchiesta più ampia della procura di Milano su vicende finanziarie, societarie e fiscali del gruppo Riva, la famiglia proprietaria dell’Ilva di Taranto. In questa tranche, in particolare, i pm ipotizzano una truffa aggravata dello Stato per l’erogazione di contributi per l’esportazione. Una presunta truffa del valore di centinaia di milioni di euro. Da quanto si è appreso la Gdf di Milano starebbe eseguendo anche dei sequestri.

CONTESTATA ANCHE L'ASSOCIAZIONE A DELINQUERE 
A Fabio Riva, il figlio del patron dell’Ilva di Taranto, e ad altre persone viene contestata anche l'accusa di associazione per delinquere, oltre a quella di truffa aggravata. E’ quanto si è appreso in relazione all’ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Fabrizio D’Arcangelo e che ha portato a un mandato d’arresto europeo per Fabio Riva che si trova a Londra. La truffa è di circa 100mln di euro e sarebbe stata realizzata attraverso la creazione di una società ad hoc per ottenere contributi pubblici.

ANCHE ALTRI QUATTRO IN ARRESTO 
Il nuovo filone di indagine sull'Ilva, riguarda altre quattro persone oltre a Fabio Riva, Si tratta di Agostino Alberti, dirigente di Riva Fire, Alfredo Lomonaco e Barbara Lomonaco di Ilva Sa (la società svizzera) e Adriana Lamsweerde di Eufintrade. Questa ultima società è quella attraverso la quale veniva effettuato il meccanismo che permetteva poi all’Ilva spa italiana di ricevere i contributi pubblici per favorire l’export, a cui non avrebbe avuto diritto.

SEQUESTRATI 200 MILIONI A INDAGATI E RIVA FIRE
La Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato 200 milioni di euro complessivi nell’ambito del nuovo filone di indagine sulla Riva Fire, la holding che controlla l’Ilva di Taranto. Secondo quanto appreso, su mandato della procura di Milano - titolare delle indagini - sono stati sequestrati 100 milioni di euro ai cinque indagati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare, tra cui Fabio Riva, e 100 milioni di euro alla società Riva Fire, indagata in virtù della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Le persone fisiche indagate devono rispondere dell’accusa di associazione per delinquere e truffa aggravata.

AVVIATA ROGATORIA PER LA ESTRADIZIONE DI FABIO RIVA
La procura di Milano ha avviato una rogatoria internazionale per chiedere alla Gran Bretagna di estradare Fabio Riva, indagato nell’ambito di una inchiesta per associazione per delinquere e truffa aggravata. Il Gup del tribunale di Milano Fabrizio D’Arcangelo ha firmato nei suoi confronti una ordinanza di custodia cautelare e ora i pm titolari del fascicolo, Mauro Clerici e Stefano Civardi, puntano al suo rientro in Italia, per poterla eseguire. La rogatoria dovrà essere valutata da un giudice inglese. Su Fabio Riva pende un’altra richiesta di estradizione, avandata dalla magistratura di Taranto. A Milano, Riva, insieme ad altre quattro persone, è accusato di aver creato un sistema per ricevere indebitamente finanziamenti dallo Stato. Gli inquirenti hanno calcolato che la truffa ammonta a 100 milioni di euro. lagazzettadelmezzogiorno

BUONE NOTIZIE Ryanair, 1450 assunzioni: anche a Bari le selezioni per i nuovi assistenti di volo

BARI - Sono in tutto 1.450 i posti per Assistenti di Volo che dovranno essere coperti entro il 2014. Per questo la compagnia aerea low cost Ryanair ha già avviato una serie di giornate dedicate alle selezioni del personale di bordo, in vista delle assunzioni. 
Una prima giornata di colloqui di lavoro si è già svolta a Bari il 16 gennaio scorso, ma la compagnia aerea irlandese, titolare di una flotta di 303 aerei Boeing 737-800 e che ha inaugurato di recente 14 nuove rotte in Italia tra gli aeroporti di Roma, Catania e Ragusa, ne ha in programma diverse altre in tutta Italia. Le prossime saranno a Milano (Bergamo) il 21 gennaio; a Bologna il 30 gennaio; a Palermo il 6 febbraio; a Roma il 12 febbraio; a Cagliari il 13 febbraio; e di nuovo a Bari il 12 marzo.
Per candidarsi ad uno dei posti da assistente di volo, però, bisogna avere alcuni requisiti: innanzitutto un’altezza minima, proporzionata con il peso, di 157 centimetri; poi avere almeno 18 anni, un’ottima conoscenza della lingua inglese, delle normali capacità visive (è ammesso l’uso di lenti a contatto), delle buone doti natatorie e una buona forma fisica.
Chi sarà assunto otterrà un contratto iniziale di tre anni su turni di 5 giorni, con 2 giornate libere, seguiti da altri 5 giorni e 3 liberi; avranno 20 giorni di ferie l’anno e potranno beneficiare di un incentivo di 1.200 euro per i primi 6 mesi di lavoro, a titolo di sovvenzione per l’avvio della nuova carriera.
Per le selezioni è previsto un test in lingua inglese e un colloquio con i responsabili Ryanair. Chiunque volesse partecipare, deve registrarsi sul portale all’indirizzo http://www.crewlink.ie/it e inviare il proprio curriculum. ilnuovoquotidianodipuglia

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martedì 21 gennaio 2014

Deciso oggi all'Enac futuro dell'aeroporto di Grottaglie: qui la base logistica dei droni

Si è svolto oggi, presso la Direzione Generale dell’Enac, a Roma, un incontro organizzato dall’Ente per la presentazione del progetto che vede nell’aeroporto di Taranto Grottaglie la costituzione di una piattaforma logistica integrata per la ricerca e lo sviluppo del settore aerospaziale. Nella specializzazione degli aeroporti, lo scalo di Taranto Grottaglie potrebbe costituire un asset strategico per il trasporto cargo nella Regione Puglia e nel Mezzogiorno d’Italia, e al contempo porsi come piattaforma logistica integrata per lo sviluppo e la ricerca nel settore aeronautico, proponendosi, ad esempio, come luogo idoneo per i Test Range dell’aviazione e, non ultimo, per i mezzi a pilotaggio remoto.

Obiettivo del progetto presentato dalla società Aeroporti di Puglia, sotto l’egida dell’Enac, è quello di porre al servizio del sistema delle imprese, una risorsa nazionale in grado di offrire servizi integrati attraverso la disponibilità di infrastrutture, tecnologie, procedure e spazi aerei dedicati.
Al termine della presentazione del progetto ha fatto seguito un ampio dibattito con i partecipanti, tra i quali la Regione Puglia, l’Enav, l’Aeronautica Militare, l’Agenzia spaziale e l’industria aeronautica che, pur rappresentando un importante momento per la definizione di una prima agenda di punti di interesse, verrà sviluppato nei tempi e nelle sedi opportune.

L’introduzione dei lavori è stata affidata al Direttore Generale Alessio Quaranta, mentre il Direttore Centrale Infrastrutture Aeroporti dell’Enac, Alessandro Cardi, ha presentato un quadro della situazione del comparto dal punto di vista dell’Ente regolatore. Hanno quindi illustrato alcune ipotesi di lavoro Giuseppe Acierno, Amministratore Unico della società Aeroporti di Puglia, Davide Pellegrino, capo di gabinetto della Regione Puglia e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per gli aspetti di supporto delle politiche locali allo sviluppo del progetto. lagazzettadelmezzogiorno

lunedì 20 gennaio 2014

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Occhio agli autovelox dei vigili, ecco la mappa giorno per giorno Da oggi e per tutta la settimana i controlli della Polizia Locale al fine di “educare” gli automobilisti al rispetto dei limiti di velocità

TARANTO - Controlli sulle strade tarantine per scongiurare gli incidenti stradali.
Non si arresta la controffensiva dei vigili urbani che, armati di autovelox, stanno cercando di “educare” gli automobilisti al rispetto dei limiti di velocità imposti dal codice della strada.
La Polizia locale, infatti, effettua con periodicità controlli sulla velocità dei veicoli si alcune strade del territorio comunale.
I controlli vengono effettuati mediante postazioni mobili sia con apparecchiatura autovelox (e notificazione successiva della violazione, per motivi legati alla conoscenza dell’illecito ed alla sicurezza degli operatori e dei conducenti) che con apparecchiatura telelaser (con contestazione immediata della violazione).
Attraverso i tabelloni luminosi “a messaggio variabile” posti in diverse zone della città, il sito della Polizia locale (www.comune.taranto.it/polizia/index.php), con l’intento di fare prevenzione e rendere un effettivo servizio alla comunità.
Di seguito pubblichiamo le strade oggetto di controllo della velocità nel corso di questa settimana (sul sito della Polizia locale sono anche specificate le mappe con l’indicazione dettagliata del tratto di strada interessato dal controllo).
Oggi pomeriggio/sera: strada provinciale Taranto-Statte (altezza via Galanti).
Martedì mattina: strada statale 106 km 489 (altezza raffineria Ip); viale Magna Grecia, tratto compreso tra corso Italia e viale Jonio (carreggiata ovest.
Pomeriggio/sera: viale Jonio (altezza distributore Ip) - ex stabilimento “mare chiaro” - San Vito.
Mercoledì mattina: viale Jonio (altezza via Donzelle) tra rotatoria per Lama e Praia a mare.
Pomeriggio/sera: strada provinciale 102 (via per Leporano) tratto tra viale Europa e via Zuzzaro.
Giovedì mattina: Taranto-Statte (altezza via Galanti); viale Mediterraneo (litoranea salentina - Comune di Taranto) tutta.
Pomeriggio/sera: viale Jonio (altezza distributore Ip) ex stabilimento Mare chiaro” - San Vito.
Venerdì mattina: via Ancona (tratto via Lago D’Averno / via Lago di Nemi).
Pomeriggio/sera: via Vizzarro (altezza via Lutrine) San Vito - Lama.
Sabato mattina: strada statale 7 ter per San Giorgio Jonico (tra viale della Pace e via Benedetto Croce) - località Cimino; viale Magna Grecia, tratto compreso tra corso Italia e viale Jonio (carreggiata ovest).
Pomeriggio/sera: strada statale 7 ter (ponte Aldo Moro, in entrambe le direzioni).
Domenica mattina: via Magnaghi (ingresso Taranto centro da strada statale 7 ter, altezza via Picenardi); viale Virgilio, tratto compreso tra via Lucania e viale Magna Grecia.
Pomeriggio/sera: viale Magna Grecia, tratto compreso tra corso Italia e viale Jonio (carreggiata ovest). tarantosera

Gli 85 paperoni della terra sono ricchi come i 3,5 miliardi più poveri L'allarme lanciato dall'Oxfam alla vigilia del forum di Davos: l'aumento della disuguaglianza rischia di portare a disordini e squilibri sociali gravi, ovvero a proteste, caos, violenze

LONDRA - Ottantacinque persone messe insieme hanno gli stessi soldi di tre miliardi e mezzo di persone messe insieme. E' l'equazione che riflette lo spaventoso e crescente gap tra ricchi e poveri sul nostro pianeta. L'ha calcolata la Oxfam, un'associazione di beneficenza britannica, per presentarla ai leader del mondo che si riuniscono questa settimana a Davos per l'annuale convegno economico: un modo di ricordare ai più potenti (e spesso più ricchi) uomini e donne della terra che occorre fare qualcosa per arrestare il divario di reddito tra una minuscola elite e la stragrande maggioranza. Un problema che è già scritto nell'agenda di Davos, ma che la Oxfam rilancia non solo per ragioni etiche, o moralistiche, insomma non soltanto per fare la predica ai ricchi: ma pure per ammonirli che, se la diseguaglianza non viene in qualche modo contrastata, potrà portare a disordini e squilibri sociali gravi, ovvero a proteste, caos, violenze. Non viene pronunciata la parola rivoluzione, ma è sottintesa. In sostanza, se i ricchi desiderano restare ricchi, conviene che lo siano un briciolo di meno, facendo in modo che i poveri siano un po' meno poveri, altrimenti c'è la possibilità di uno sconvolgimento generale in cui i privilegiati sarebbero quelli con più da perdere.
Il calcolo fatto dalla Oxfam è comunque impressionante. Appena 85 persone, gli 85 plutocrati (come li definisce un recente studio della giornalista Cynthia Freeland) più ricchi della terra, con un patrimonio complessivo di 1,7 trilioni di dollari, hanno tutti insieme gli stessi soldi della metà più povera dei terrestri, diciamo di 3 miliardi e mezzo di persone. Proviamo a immaginare i due piatti della bilancia: su uno sono posati, comodi e larghi, 85 miliardari, gente come Carlos Slim, Bill Gates, Warren Buffett, Larry Page; sull'altro c'è una folla straripante di 3 miliardi e mezzo di esseri umani. Di calcoli la Oxfam ne offre anche un altro: l'1 per cento dei terrestri possiede collettivamente 110 trilioni di dollari, pari a metà della ricchezza mondiale. Certo, le disparità tra ricchi e poveri sono sempre esistite, da che mondo è mondo, il capitalismo le ha accentuate ma ha avuto anche benefici per i più poveri, creando una classe media più agiata di quanto sia mai avvenuto prima, ma negli ultimi 20 anni il gap ha avuto un'accelerazione senza precedenti. Ed è questo a preoccupare la Oxfam. Il dubbio è se basti un grido d'allarme, o al limite tante grida d'allarme, a invertire la tendenza. O se invece, anche per effetto dell'evoluzione tecnologica, il mondo del futuro non sia sempre di più un mondo di diseguali, di elite super-ricche da un lato, e di tutti gli altri dal lato opposto: i molto poveri, i mediamente poveri, i poco poveri, quelli che si arrangiano e arrivano alla fine del mese, ma comunque ad anni luce di distanza dal "club degli 85" ricchi come metà dell'umanità.

Svolta per l'aeroporto di Grottaglie: voli di linea per Roma, Catania, Palermo, Timisoara

TARANTO - “Volare dall’aeroporto di Taranto/Grottaglie si può. Non solo perché la struttura è perfettamente funzionante, ma anche perché ci sono vettori che hanno deciso di avviare voli di linea da e per lo scalo ionico e che, a tal fine, hanno manifestato nelle forme di legge previste, questa volontà ad Aeroporti di Puglia”.
Ha esordito così il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli illustrando la proposta avanzata dalla compagnia aerea Cityline Swiss sagl, con sede a Lugano, in collaborazione con il brand commerciale Kiss Fly.

La società ha avanzato ad Aeroporti di Puglia un programma di voli operativo dal prossimo 14 aprile 2014, con collegamenti con Roma Fiumicino, Palermo, Catania, Timisoara e Nizza Albenga. “Questa proposta – ha sottolineato Sportelli – conferma quanto sostenuto nei mesi scorsi nelle riunioni e nei documenti del Tavolo della Mobilità, voluto ed istituito dalla Camera di commercio. In questi anni, infatti, il nostro aeroporto è stato mantenuto in una condizione di inoperatività non perché è mancato l’interesse nei confronti della struttura e del suo bacino passeggeri di riferimento ma per una precisa volontà tesa ad impedire qualsiasi tentativo di crescita dello scalo. Specifiche richieste di utilizzo dello scalo ionico sono state dirottate su altre realtà. Questo non può più accadere, la proposta della Cityline Swiss dimostra che l’aeroporto di Taranto/Grottaglie può svilupparsi. E’ un dovere di Aeroporti di Puglia assicurare pari opportunità a tutti gli scali della regione ed è un diritto dei cittadini della provincia ionica poter contare su una mobilità moderna ed efficiente”.

I dati sull’andamento del traffico aereo in Puglia relativi al 2013 indicano un calo dei passeggeri, ma con un costante recupero rispetto ai primi mesi dello scorso anno. Il segmento che tiene meglio è quello dei voli internazionali. “Per questo accogliamo in maniera positiva – ha detto il presidente della Camera di commercio – la previsione di voli con la Romania, un’apertura importante verso l’Est europeo, un mercato in forte crescita. Di sicuro interesse anche i collegamenti con la Sicilia”.

L’aeroporto di Taranto/Grottaglie è collocato in una posizione baricentrica che abbraccia l’Alto Jonio su cui affacciano le province di Taranto, Matera e Cosenza, un’area che conta circa 700mila abitanti ed oltre 2 milioni di presenze nei periodi di maggiore flusso turistico.

“Ci auguriamo – ha concluso il presidente Sportelli – che Aeroporti di Puglia non ostacoli con manovre ostruzionistiche anche questo vettore. Auspichiamo che la società unica di gestione degli aeroporti pugliesi garantisca a Taranto le stesse condizioni, le stesse tariffe, le stesse agevolazioni, gli stessi servizi degli altri aeroporti della regione. Ci auguriamo, inoltre, che le potenzialità dell’Arlotta siano tenute nella giusta considerazione nei documenti di programmazione regionale e che Taranto non sia rinchiusa in una gabbia quale rischia di diventare la destinazione cargo. Anzi, crediamo che l’apertura ai voli civili di linea contribuisca a crescere l’appeal complessivo dello scalo e quindi anche di un ipotetico terminal merci che al momento non esiste”.

Infine, un’altra buona notizia per Taranto. Il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, sta rivedendo il Piano Nazionale degli Aeroporti. La precedente versione del ministro Passera aveva cancellato l’aeroporto di Taranto/Grottaglie. Lupi, invece, intende inserire l’Arlotta tra i 36 scali nazionali considerati nel Piano. Il provvedimento dovrebbe essere discusso  nel Consiglio dei ministri entro la fine di gennaio.

Gravidanza: fumare può rendere figli omosessuali. La ricerca del Dr. Swaab

AMSTERDAM - Alcol e fumo in gravidanzapotrebbero rendere il bambino stupido eomosessuale. Le dichiarazioni controverse sono delDr. Dock Swaab, professore di neurobiologia all’Università di Amsterdam.
Secondo lo studio portato avanti da Swaab, come descritto sul Sunday Times, lo stile di vita di unadonna incinta potrebbe influenzare il quoziente intellettivo del nascituro e persino la suasessualità.Lo scienziato sostiene che bere, assumere drogheo vivere in una zona con alti livelli di inquinamentoha un impatto sullo sviluppo dei feti.
L’assunzione di ormoni sintetici e il fumo durante la gravidanza potrebbero aumentare le probabilità per le ragazze di diventare lesbiche o bisessuali, mentre bere e assumere droghe potrebbero abbassare il quoziente intellettivo di un bambino.
“Le donne in gravidanza che soffrono di stress hanno anche maggior probabilità di avere figli omosessuali di entrambi i sessi perché il loro livello rialzato di cortisolo influenza la produzione di ormoni sessuali fetali”.
Il dottor Swaab, però, ha riconosciuto che lo stile di vita ha solo una influenza minima e ha aggiunto che la genetica gioca il ruolo più importante nello sviluppo del bambino.

Corte d’Appello di Lecce «Quel tumore è causato dalla diossina dell’Ilva

TARANTO - L’operaio dell’Ilva combatte ancora la malattia, ma per lui, per la sua storia, parlano, ormai, solo le carte processuali. E una sentenza, che oggi dice finalmente una cosa: non solo il suo tumore è colpa dell’inquinamento, ma tra le sostanze- killer c’è la diossina. È la prima volta che la diossina - madre di tutte le battaglie ambientaliste - sale sul banco d’accusa senza troppi giri di parole: «Lo ritengo un dato importante perché il riconoscimento arriva con la sentenza dell’otto gennaio scorso da un organo «terzo» come la Corte d’Appello di Lecce rispetto a giudici, diciamo, più vicini geograficamente alle questioni ambientali, di salute e sicurezza» spiega il difensore dell’operaio, l’avvocato Massimiliano Del Vecchio.

Il lavoratore, brindisino, si è rivolto alla Fiom Cgil chiedendo il riconoscimento della malattia professionale e l’indennizzo all’Inail. Del Vecchio ha seguito la tormentata vicenda.Dopo una perizia medica, il tribunale di Brindisi, nella sentenza del processo di primo grado che risale all’ottobre 2009, non ha ritenuto decisivo il ruolo degli agenti inquinanti in fabbrica. Il «tumore desmoide retro peritoneale», cioè il sarcoma dei tessuti molli, che ha spezzato in due la vita del dipendente Ilva, presentatosi all’inizio come tumore del colon (adenocarcinoma del colon retto) era, per i giudici di Brindisi, «di origine genetica». Nessun diritto, quindi, al beneficio economico.

Lavorava nella zona dei forni a pozzo dello stabilimento siderurgico l’operaio che non si è arreso. Oggi, nelle note in cui si parla della sua condizione, della sua vicenda, dell’esito del processo d’appello a Lecce per ottenere il riconoscimento della malattia professionale, sembra quasi di vederlo combattere, corpo a corpo, con «le polveri di ossido di ferro, di silice cristallina, di amianto, Ipa (Idrocarburi policlici aromatici, ndr) e diossine». Il tumore lo ha colpito allo stomaco come una fucilata. Non si è arreso. L’operaio non si è mai arreso. Sapeva quanto lungo poteva essere il cammino per raggiungere il campo della giustizia. Lungo, anche molto lungo. E periglioso, ricco d’insidie.

«Abbiamo presentato ricorso alla Corte d’Appello di Lecce - ricorda l’avvocato Del Vecchio - insistendo sul fatto che la malattia del lavoratore non avesse un’origine genetica, ma industriale, derivante cioè dall’esposizione agli agenti inquinanti». L’operaio ha affrontato con coraggio un nuovo processo, sempre al tribunale di Brindisi, per un altro tumore: «Causa vinta - spiega Del Vecchio - e si trattava di un cancro polmonare».
Troppe le ferite inferte dalla trincea di fabbrica, ma l’operaio ha continuato a combattere. Ha affrontato una seconda perizia medica. Il consulente tecnico d’ufficio, nominato dalla Corte d’Appello di Lecce, è uno specialista in oncologia. Nella sentenza è scritto chiaramente che il medico: «Ha accertato essere la patologia neoplastica eziologicamente collegata all’attività lavorativa espletata presso lo stabilimento Ilva di Taranto». Il lavoratore, insomma, si è ammalato lavorando all’Ilva.

Diversi sono stati i punti chiariti dal consulente della Corte d’Appello: l’operaio ha svolto la sua attività in ambienti, i forni a pozzo, dove erano presenti numerosi agenti inquinanti; il tumore contratto può presentarsi come malattia legata a problemi genetici solo se l’ammalato ha sindromi quali la Fap (polipi nel colon) o la Sindrome di Gardner, ma il dipendente dell’Ilva non ne era affetto e quindi la patologia non poteva essere conseguenza di fattori genetici. Infine, ed è l’argomento più interessante, il perito oncologo si è soffermato sulla diossina.

Nella sentenza il punto è decisivo: la diossina, alla quale è stato esposto l’operaio «presenta potenzialità oncogenica (fa sorgere il tumore, ndr) come riconosciuto da tutti i consulenti tecnici nominati nel corso del giudizio».Non solo, ma «sulla base delle deduzioni precedenti» i giudici ritengono che sia provato come «l’attività lavorativa svolta dall’ap - pellante ha esposto quest’ultimo all’azione di sostanze irritanti (in particolare la diossina definita scientificamente Tcdd, ndr) che hanno avuto un ruolo concausale nell’insorgenza e nella cronicizzazione della patologia denunciata » . «In particolare la diossina», come causa del tumore dell’operaio Ilva, è la svolta citata dall’avvocato Massimiliano Del Vecchio. Accolto l’appello, al lavoratore brindisino spetta «una rendita per danno biologico corrispondente al 30 per cento di invalidità permanente» secondo legge. L’Inail viene «condannata al pagamento delle prestazioni previdenziali».

«La sentenza - aggiunge l’avvocato Del Vecchio - va inanellata in una serie di giudizi sul riconoscimento di malattie professionali all’Ilva, dal tumore al polmone al tumore alla prostata, in cui è stato accertato che, le sostanze inquinanti hanno più fattori oncogenici, causano cioè più tumori negli operai. Per esempio, l’amianto provoca il tumore al polmone e il tumore alla prostata». «Tutto ciò è rilevante dal punto di vista del diritto e, ripeto, il fatto che sia riconosciuto un ruolo specifico alla diossina è decisivo. Qualche giorno fa - ricorda Del Vecchio - per un lavoratore dello stabilimento siderurgico morto a causa di un tumore, la Corte di Cassazione ha concesso alla vedova la rendita per il decesso, legandola alle emissioni inquinanti e non al fumo di sigaretta.
Ricordate la polemica sollevata dalle dichiarazioni di Bondi la scorsa estate? I giudici di Cassazione hanno stabilito che le sostanze cancerogene della fabbrica determinano i tumori e che il fumo delle sigarette può, al massimo, elevare un rischio già alto».

Gli operai dell’Ilva hanno, quindi, troppi nemici da fronteggiare nella trincea di fabbrica. La «plurioffensività» delle sostanze inquinanti, il loro poter generare più tumori, è come avere tanti fucili puntati contro in questa «guerra sporca». «Le fibre di amianto - spiega ancora l’avvo - cato Del Vecchio - sono così piccole da diventare vettori di altre sostanze pericolosissime come le polveri sottili. Non ci sono dosi minime di agenti inquinanti, non ci si può ritenere in nessun caso al riparo da conseguenze dannose per la salute. Più sono gli inquinanti e più la salute è a rischio». Ecco perché il pericolo continua a incombere in fabbrica e in città. A Taranto e non solo. Un destino comune, assurdo distinguere. Il responsabile nazionale dei problemi della salute e della sicurezza della Fiom, Maurizio Marcelli, commentando la sentenza, parla di «conclusione positiva» e di «strada da perseguire all’Ilva e in altri territori per tutelare i lavoratori con patologie di cui si può e si deve dimostrare la correlazione con l’attività in fabbrica». Mai arrendersi, l’operaio «ferito » dalla diossina nei forni a pozzo non lo ha fatto. Per lui ora parlano le «carte». Preziose testimoni di coraggio e verità. lagazzettadelmezzogiorno

sabato 18 gennaio 2014

la statua «perde» un dito Pollice destro mozzato dopo la scarica elettrica. In tre ore sulla città sono caduti oltre 40mila fulmini


Le immagini del fulmine che giovedì scorso ha colpito la statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro sono finite sulle prime pagine di tutti i giornali. E l’icona inaugurata nel 1931 sopra la baia della città brasiliana non è uscita indenne dalla forte scarica elettrica: il fulmine ha danneggiato il pollice della mano destra della statua sulla montagna del Corcovado.
Brasile, spettacolare tempesta di fulmini sul Cristo Redentore
  • Brasile, spettacolare tempesta di fulmini sul Cristo Redentore   
  • Brasile, spettacolare tempesta di fulmini sul Cristo Redentore   
  • Brasile, spettacolare tempesta di fulmini sul Cristo Redentore   
  • Brasile, spettacolare tempesta di fulmini sul Cristo Redentore   
  • Brasile, spettacolare tempesta di fulmini sul Cristo Redentore
TEMPESTA - Il danno è stato definito «superficiale» da padre Omar Raposo, rettore del santuario, sebbene dalle immagini aeree si veda il pollice destro mozzato. Il Cristo Redentore, alto 38 metri, viene colpito ogni anno da tre a cinque fulmini, che provocano ogni volta dei piccoli danni. A dicembre un temporale aveva danneggiato seriamente il dito medio della stessa mano. 

FULMINI - Durante il temporale di giovedì notte, durato circa tre ore, sullo stato di Rio de Janeiro sono caduti oltre 40mila fulmini secondo l’Istituto brasiliano di ricerca spaziale. Nonostante siano installati dei parafulmini, la tempesta sulla «Cidade Maravilhosa» (città meravigliosa) ha danneggiato anche una targa ai piedi della statua. I lavori di riparazione inizieranno tra un paio di settimane. L’ammontare del danno non è stato rivelato.