martedì 19 novembre 2013

RICORDI DA BAMBINO... morde la crisi tornano gli ascensori che vanno a monetine

La crisi a Foggia va in ascensore. Non è una battuta, ma la realtà contro la quale stanno sbattendo il muso centinaia di cittadini che si recano in studi professionali non a pianoterra, una sorta di ritorno al passato che aggiunge spese a spese. Cosa accade? In alcuni condomini con palazzi di cinque-sei piani (non parliamo certo di grattacieli), prendere l'ascensore significa pagare 10 centesimi a viaggio, già, circa 200 delle vecchie lire che una volta avrebbero permesso di fare il giro del mondo nell'ascensore a pagamento.

Chi non ricorda quelle cassette-salvadanaio di ottone nelle vecchie cabine, con l’incavo per le 5 e le 10 lire? Proprio quelle sono tornate a Foggia, modificate dalla tecnologia che ora affida a un piccolo display l’informazione sul pedaggio: 10 centesimi appunto, così chi ha monetine sale, chi non le ha suda, oppure aspetta di salire in ascensore a scrocco. In altre città gli ascensori a pagamento sono stati destinati a condomini morosi, oppure, come avviene in Ucraina, a tutti gli inquilini e i proprietari, per rimpinguare i bilanci condominiali. A Foggia gli ascensori con il pedaggio nascono nei palazzi che ospitano studi medici, legali, di consulenza, insomma attività aperte al pubblico. Una folla di pigianti il bottone dell’ascensore che finisce per innervosire proprietari e affittuari, che si ribellano e chiedono agli amministratori di condominio di correre ai ripari.

Questa la spiegazione fornita dagli abitanti dei palazzi in cui i servizi comuni, da alcuni mesi, sono diventati meno... comuni. Certo, chi abita o lavora lì è stato dotato di chiave che consente l’utilizzo gratuito dell’ascensore, ma l’istituzione del pedaggio sembra tanto un paravento per colpire, più che clienti e pazienti di studi professionali, i professionisti stessi. «Già paghiamo una quota condominiale più salata - sbottano medici e avvocati - adesso anche questo?! Possiamo lasciare a piedi chi viene da noi?». No, non possono e visto che dotare di chiave ogni utente dello studio è impossibile, le segretarie dei professionisti ogni giorno distribuiscono monetine da 10 centesimi. Non tutte però. Per i medici di famiglia è impossibile: basta una media di 30 pazienti al giorno (ma spesso sono molti di più) per far saltare il banco.

E allora ecco che la decisione dei condomini si ritorce contro i medesimi: mandrie di pazienti appiedati si inerpicano per le scale rischiando a ogni rampa micidiali ruzzoloni, complici le luci a tempo e il fatto che gli utenti degli studi - è un dato statistico - sono soprattutto anziani. L’ingorgo produce anche chiasso e confusione: problemi che prima, con l’ascensore libero, non c’erano.

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