TARANTO – Tra il 2002 e il 2010 è stato registrato "un eccesso di ricoveri e mortalità fra i residenti del comune di Taranto e dei comuni limitrofi rispetto al confronto regionale. La città di Taranto presenta il più delle volte un rischio maggiore rispetto alla media regionale". Lo studio Iesit (Indagine epidemiologica nel sito inquinato di Taranto), presentato oggi nel capoluogo ionico, descrive la distribuzione delle malattie nei 29 comuni della provincia non solo per cause tumorali. Ed è solo un caso che sia stato presentato oggi, 24 ore dopo la morte di Francesco Pignatelli, avvocato 38enne stroncato da un tumore che lo ha devastato in pochi mesi. Otto giorni fa Pignatelli, disteso in un letto in una stanza in fondo al corridoio del reparto di Oncologia dell’ospedale San Giuseppe Moscati, si era ritrovato al capezzale il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Lo studio Iesit è stato finanziato dalla Provincia di Taranto e ha visto la collaborazione della Asl, di Arpa Puglia, dell’Università di Bari e dell’Osservatorio epidemiologico regionale. Un dato sembra emergere chiaramente: a Taranto i rioni "che presentano più eccessi sono Borgo, Città vecchia e Tamburi", quelli più a ridosso dello stabilimento Ilva e delle altre fabbriche dell’area industriale.
La ricerca ribadisce in sostanza quanto già rilevato dal Rapporto 'Sentierì commissionato dall’Istituto Superiore di Sanità. Nelle 101 pagine di quel rapporto, diffuso il 22 ottobre 2012, ci sono le cifre del dramma ambientale e sanitario tarantino: per gli uomini +14% per tutti i tumori, +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece, +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico. E per i bambini si registra un incremento del 20% della mortalità nel primo anno di vita rispetto alla media pugliese, che diventa 30-50% per la contrazione di malattie di origine perinatale che si manifestano oltre il primo anno di vita.
Lo studio Iesit si occupa anche della distribuzione degli inquinanti ambientali. "La stima delle emissioni effettuata da Arpa Puglia per il 2007 con la redazione dell’inventario regionale emissivo Inemar – è scritto nel rapporto – ha evidenziato nel comune di Taranto una presenza rilevante di inquinanti di origine primaria". I principali inquinanti sono gli ossidi di azoto, l’anidride solforosa, il benzene e il Pm10. E proprio rispetto al Pm10, secondo Roberto Giua della sezione tarantina dell’Arpa, "l'Ilva ha una influenza assolutamente preponderante. I dati dimostrano che, rispetto al periodo di riferimento, la principale fonte era legata alle emissioni di carattere industriale". Lo studio, relativamente al periodo 2001-2012, evidenzia che "gli eccessi per ricoveri, per mortalità o per entrambi, a Taranto riguardano il mesotelioma maligno, il tumore maligno del polmone, il tumore del pancreas, il tumore del fegato, le neoplasie della vescica, le neoplasie del rene, quelle dell’encefalo, il mieloma e le neoplasie del sistema emolinfopoietico e specificatamente nelle donne le neoplasie della mammella e dell’utero".
Un’attenzione particolare, secondo l’indagine sui ricoveri ospedalieri, "meritano gli eccessi di ricovero derivati per le allergie dei bambini nel comune capoluogo in tutti i quartieri". lagazzettadelmezzogiorno

Nessun commento:
Posta un commento