lunedì 2 settembre 2013

Economia in Puglia Giù imprese e partite Iva ma cresce il giro d’affari

BARI - Diminuiscono le imprese pugliesi, ma aumenta il giro d’affari dichiarato. È quanto emerge dalla prima indagine sulle dichiarazioni Iva, condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia.In particolare, l’anno scorso in Puglia, sono state presentante, per via telematica, ben 315.428 dichiarazioni Iva da parte di lavoratori autonomi, ditte individuali e società pugliesi. Rispetto all’anno precedente, sono state 2.494 in meno, registrando così una lieve flessione dello 0,8% (erano 317.922 nel 2011). Tale contrazione è dovuta anche alla crescita del numero dei contribuenti che hanno aderito al «Regime per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, di cui all’articolo 27 del decreto legge numero 98 del 2011» (cosiddetto «Regime dei minimi»). Tuttavia, il volume d’affari dichiarato è aumentato di quasi 3,5 miliardi di euro, pari al 4,6% in più. Il giro d’affari complessivo ammonta a 79,9 miliardi di euro.

Il totale degli acquisti e, in piccola parte, delle importazioni - risultante da circa 285mila dichiarazioni - ha superato i 65 miliardi, con una media di 228mila euro. Dal confronto con l’anno precedente si evince che sia il volume d’affari che gli acquisti (e le importazioni) hanno registrato un incremento, rispettivamente del 4,6% e del 5%, determinando una stagnazione del valore aggiunto fiscale in Puglia (14,9 miliardi).

La somma dei versamenti periodici, degli acconti e del saldo, risultante da circa 188mila dichiarazioni, fornisce l’ammontare dei versamenti totali che hanno superato i 2,2 miliardi, in aumento di 61,6 milioni, pari al 2,9% rispetto all’anno precedente (2,1 miliardi), con una media di 11mila euro. L’Iva di competenza, intesa come saldo tra Iva a debito e Iva detraibile, segna un rialzo del 5,2% e supera il miliardo e mezzo. L’imposta dovuta ha raggiunto i 2,3 miliardi, in crescita di 102,8 milioni, pari al 4,5% in più rispetto all’anno precedente; mentre quella a credito (quando la differenza tra Iva a debito e Iva detraibile risulta negativa) si è fermata a 794 milioni. Il totale dell’Iva dovuta è stata di 490 milioni, in aumento del 7,4% (nell’anno prima era di 456 milioni); mentre quella a credito è stata di 1,6 miliardi.

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