mercoledì 27 novembre 2013

Ilva, giovedì il decreto per sbloccare le risorse

TARANTO - «Senza soldi è impossibile risanare l’Ilva». Resta lo spinoso aspetto economico l’ultimo miglio da percorrere per il nuovo decreto legge del governo che snellirà le procedure previste dal’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il testo normativo approderà in Consiglio dei ministri domani; non sarà un provvedimento ad hoc, esclusivamente per lo stabilimento siderurgico (tre decreti sarebbero stati un record), ma rimane da definire la parte riguardante le somme da spendere (secondo l’Ilva un miliardo e 800 milioni).

Ieri, nella riunione a Palazzo Chigi, il commissario straordinario Enrico Bondi e il sub-commissario Edo Ronchi hanno ribadito ai rappresentanti del governo e ai tecnici dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico la propria linea: le acciaierie producono, ma le risorse a disposizione non sono sufficienti per realizzare le opere previste dall’Aia (ieri è stato assegnato l’incarico per la costruzione della copertura del parco loppa, sottoprodotto della ghisa, alle aziende Bedeschi, Semat e Somin). Così i dirigenti dell’Ilva sono tornati a chiedere al governo lo sblocco di risorse sequestrate dalla magistratura come quel miliardo e 900 milioni bloccati dai giudici milanesi nell’inchiesta sull’evasione fiscale a carico della famiglia Riva.

Non sarà facile, per il governo, individuare soluzioni praticabili in maniera rapida ed efficace, vista soprattutto la delicatezza delle partite giudiziarie ancora tutte aperte. Ecco che l’arrivo del decreto in Consiglio dei ministri non sarà privo, in questo senso, di suspence Ad accrescerla, ieri a Taranto, il segretario nazionale della Fiom Cgil, Rosario Rappa.
Confermando, in sostanza, le difficoltà economiche derivanti dalla difficile situazione del mercato, Rappa, incontrando i giornalisti, ha affermato: «L’Ilva è in perdita e non ha liquidità. Bondi da solo non è in grado di produrre le risorse necessarie al risanamento. Le banche, senza utili di bilancio, non ti finanziano. È necessario nazionalizzare lo stabilimento e ricorrere al prestito forzoso con la Cassa depositi e prestiti, confiscando le risorse sequestrate ai Riva».

Sul fronte dei tempi che il nuovo decreto dovrebbe accorciare, per realizzare i lavori previsti dall’Aia, il testo normativo ridurrà da 180 a 90 i giorni utili al rilascio della Valutazione d’impatto ambientale (Via), mentre per decidere sull’assoggettabilità o meno di un’opera a Via si scenderà da 120 a 45 giorni. Quanto alla copertura dei parchi minerali primari non occorrerà più la variante urbanistica perché, rispolverando una norma del 1973, l’area sarà considerata «volume tecnico» dell’attività industriale da sottoporre al risanamento. Infine, si considererà il 70 per cento delle misure avviate e previste dall’Aia la soglia di «progressiva adozione» prevista dalla legge 89 e che il commissario dell’Ilva deve garantire nella fase transitoria precedente all’adozione del Piano ambientale, che toccherà al ministro Orlando varare dopo aver recepito i pareri alla relazione degli esperti. Ieri, i carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico, dopo le notizie di stampa e l’esposto di Franco Rizzo, il segretario del sindacato Usb, hanno effettuato un blitz all’Ilva per verificare la situazione nelle Officine carpenteria dove sono stati riscontrati, secondo la denuncia Usb, più di una decina di casi di lavoratori con problemi all’apparato respiratorio e dove è stata segnalata la presenza di macchie «di natura probabilmente “oleosa” e maleodoranti sul pavimento». Dalle indiscrezioni pare non sia stato possibile, per i carabinieri, effettuare campionamenti perché le tracce esistenti erano datate e sono rimasti solo degli «aloni». lagazzettadelmezzogiorno

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