Per tutti gli altri il costo del tributo è ancora un’incognita perché i Comuni hanno tempo fino al 30 novembre per deliberare i bilanci preventivi per il 2014 e in quell’occasione vareranno anche, se non lo hanno già fatto, le tariffe per la raccolta rifiuti, per la quale hanno già chiesto due o tre rate di acconto sulla base però delle tariffe 2012. Tornando all’Imu, non sono ancora sicuri di non dover pagare anche i proprietari di abitazione principale, perché la cancellazione definitiva dell’imposta è legata all’approvazione della legge di Stabilità che non è ancora approdata in Gazzetta Ufficiale e che appare destinata a una tormentato percorso parlamentare.
Pagheranno invece sicuramente i proprietari di abitazioni «di lusso» accatastate nelle categorie A/1, A/8 e A/9; per loro è previsto però ancora un trattamento di favore rispetto agli altri immobili. L’aliquota non potrà superare lo 0,6% e si manterrà il diritto ad avere una detrazione di 200 euro. Il Fisco lascerà i contribuenti tranquilli solo durante le feste di fine anno; un mese dopo la scadenza Imu 2013 infatti tornerà a bussare a quattrini. I contribuenti, e in questo caso anche i proprietari di abitazione principale, saranno infatti chiamati a pagare la nuova Trise, il coacervo di tassa rifiuti e tassa servizi previsto dalla legge di Stabilità. Le scadenze previste al momento sono quattro in un anno, il 16 gennaio, il 16 aprile, il 16 luglio e il 16 dicembre.LA LISTA DI CHI ORA È ESENTE - La legge di Stabilità non è ancora stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ma è sicuro che il testo da discutere in Parlamento conterrà l’abolizione dell’Imu per l’abitazione principale e per una serie di tipologie o di situazioni per cui il contribuente è trattato come se possedesse un’abitazione principale. Saranno esentati dal pagamento tutte le abitazioni in cui il proprietario ha sia la residenza sia la dimora abituale con eccezione delle case «di lusso» accatastate come A/1; A/8 e A/9. Sono esentate anche le abitazioni in housing sociale e quelle in cui risiedono gli assegnatari di case in cooperativa indivisa, inoltre le abitazioni di appartenenti alle forze dell’ordine civili o militari e dei funzionari delle prefetture trasferiti per motivi di servizio. Si tratta delle stesse esenzioni già stabilite per la prima rata di giugno. C’è però un’eccezione: nelle bozze della legge di Stabilità l’Imu appare applicabile agli inquilini di case dello Iacp, che a giugno non hanno pagato. Solo il testo pubblicato potrà chiarire se si tratta solo di una svista in sede di prima elaborazione della legge. Se così non fosse questi inquilini pagherebbero l’aliquota seconda casa con una detrazione di 200 euroLO 0,6% PER LE CASE DI LUSSO - Entro il 16 dicembre saranno chiamati a pagare la seconda rata dell’Imu tutti i proprietari di immobile diversa dall’abitazione principale. Inoltre dovranno pagare, anche se abitazione principale , le case di lusso con un’aliquota specifica che non potrà superare lo 0,6% da cui detrarre 200 euro. Ci sono tre casi particolari per cui è assolutamente necessario che il contribuente legga la delibera comunale per sapere se e quanto pagare. Si tratta delle case possedute da anziani ricoverati in casa di riposo e non locate, delle abitazioni detenute da residenti all’estero iscritti all’Aire, e infine, novità di quest’anno, delle case date in comodato a un figlio o a un genitore. In queste tre ipotesi il Comune ha la facoltà (ma non l’obbligo) di equiparare l’immobile a un’abitazione principale e per le case in comodato può anche istituire discriminanti legate alla rendita catastale dell’immobile o al reddito dell’occupante. Per gli immobili non residenziali il tributo è sempre dovuto; un trattamento particolare però è previsto per le pertinenze (box, soffitti, cantine): se sono al servizio di un’abitazione principale non pagano ma l’agevolazione riguarda solo una pertinenza di ogni tipologia per immobile: se ci sono due box, ad esempio, su uno si paga l’aliquota pienaCON LA TASI ONERE DI 100 EURO IN PIÙ - Uno dei punti della legge di Stabilità su cui si aprirà la battaglia in Parlamento sarà il meccanismo della Tasi, il tributo sui servizi indivisibili che si pagherà nel 2014. Per come si presenta oggi il tributo sull’abitazione principale non solo appare una versione riveduta e corretta dell’Imu, ma rispetto alla vecchia versione rischia addirittura di far spendere di più a chi ha immobili di minor valore, avvantaggiando invece chi ha case di maggior pregio catastale. Questo succede perché la norma che sta arrivando in Parlamento ha come aliquota massima di riferimento lo 0,25% ma non prevede nessuna detrazione, lasciando ai Comuni la possibilità di prevedere nelle loro delibere esenzioni e facilitazioni. Il problema è che con tutta probabilità le amministrazioni non riusciranno ad abbassare se non in pochi casi l’aliquota, perché con lo 0,25% otterrebbero in tutto poco più di quanto ricevevano con l’Imu. Così una casa da 400 euro in un Comune che applicava l’aliquota Imu allo 0,4% pagava 69 euro e con la Tasi ne spenderebbe 168; un’abitazione dal valore di 2.000 euro con la vecchia imposta pagava 1.144 euro con la nuova ne risparmierebbe 304. Insomma: Robin Hood al contrario.ilcorrieredellasera
 

 
Nessun commento:
Posta un commento