LA PREVALENZA - Marescotti conclude con una critica al sindaco della città, Ippazio Stefàno, un medico, per non aver compiuto una ricerca di questo tipo, e con un appello all'Ordine dei medici per un approfondimento su questi dati. Ma quanto vale, rispetto alla media italiana, un dato di questo tipo? Le cifre di Taranto indicano che cinque persone su 100, vicino all'Ilva, o quattro su 100 negli altri quartieri, hanno o hanno avuto un cancro, un dato chiamato prevalenza.
«DATO ABBASTANZA RAGIONEVOLE» - «Dipende tutto da come viene effettuato il calcolo - spiega a corriere.it Carlo La Vecchia responsabile del dipartimento di epidemiologia dell'Istituto Mario Negri e docente dell'Università degli Studi di Milano - Che in Italia una persona su 20 abbia, o abbia avuto un tumore, mi sembra un dato abbastanza ragionevole. I tumori nuovi in Italia sono nell'ordine di 350-400 mila ogni anno (incidenza, ndr), e la sopravvivenza ormai è superiore al 50%. La prima variabile di cui tener conto è quella dell'età, dove la popolazione è più anziana, come per esempio in Liguria, si ha un tasso di prevalenza maggiore».
NON SONO NUOVI CASI - Si tratta, quindi, di un dato soltanto informativo. La Vecchia, infatti, ribadisce: «Quella di Taranto è una prevalenza intorno al 25%, e probabilmente è analoga anche altrove: in Italia sarebbe intorno ai 3 milioni di persone». Il valore del numero di malati, quindi, non è quello dei nuovi casi. «Il problema dell'Ilva resta comunque quello che i tumori attuali non possono essere attribuiti alle esposizioni attuali - sottolinea La Vecchia - Sia che siano associati alle esposizioni ambientali sia che non lo siano, quei valori vanno riferiti al passato. Sempre con due cautele da far presente: l'età e l' eventuale indice di deprivazione» collegato al contesto in cui vivono i malati.

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