BARI - L’obiettivo immediato è superare i 600 espositori, migliorando i margini economici per garantire la sopravvivenza dell’ente. Ma il tentativo strategico è di entrare nell’orbita di un gestore con le spalle larghe, alla ricerca di un rilancio industriale e definitivo. Nel giorno in cui presenta la 77ª edizione della campionaria - si parte sabato con il premier Enrico Letta -, il presidente della Fiera del Levante, Ugo Patroni Griffi, ha incontrato i tedeschi di Messe Frankfurt: il gigante delle fiere europee, che ricalca alla perfezione l’identikit tracciato ieri da Nichi Vendola.«Privatizzare - ha detto ieri il governatore della Puglia - non significa svendere questi spazi straordinari, ma gestirli secondo le logiche dell’economia di mercato». La proprietà del quartiere fieristico, che Vendola definisce «cittadella», resterà insomma in mano agli enti pubblici. E Messe Frankfurt - la Fiera di Francoforte, che nel 2012 ha organizzato 41 saloni in Germania, 68 all’estero per un fatturato di 537 milioni - è peraltro un’azienda pubblica (controllata dal Comune di Francoforte e dallo Stato dell’Assia). Patroni Griffi ieri ha incontrato uno degli amministratori delegati, Detlef Braun, arrivato a Bari con i buoni uffici del console onorario Caterina Calia: «L’Italia - ha spiegato Braun - ci interessa più della Cina, perché il marchio Italia è un prodotto che va. Ma ci interessa anche portare gli italiani nelle nostre fiere in Germania».
Braun ieri ha incontrato anche Vendola (che oggi sarà a Roma all’ambasciata tedesca per parlare di internazionalizzazione), stamattina vedrà in aeroporto il sindaco Michele Emiliano. Siamo alle prime battute, anche perché negli scorsi mesi l’assessore regionale Loredana Capone aveva già incontrato i vertici della controllata italiana di Messe Frankfurt. Patroni Griffi ha però in agenda anche l’incontro con i manager del gruppo francese Gl-Events, che controlla già Fiera di Padova e che potrebbe essere interessato a scendere a Bari.
Il dossier predisposto da Patroni Griffi con l’imprimatur di Vendola punta proprio sull’attrattiva della «cittadella». «Confermata - ha spiegato il docente universitario di Diritto commerciale, arrivato in Fiera il 6 agosto - dal successo di Eataly, a dimostrare come sia possibile far vivere il quartiere tutto l’anno e non solo per 20 giorni». Ed ecco perché il partner privato - spiega Patroni Griffi - «potrà organizzare fiere, ma anche puntare su cultura e intrattenimento utilizzando spazi già adatti e perfettamente attrezzati». Ma con una crisi di visitatori e un modello (da reinventare) che si regge soltanto sulla campionaria settembrina, la Fiera barese è già in grave ritardo. «Siamo arrivati molto tardi - ha detto Vendola - all’appuntamento con la modernità. I fondi per i nuovi padiglioni sono stati disboscati da me nel 2006, e c’è ancora da riguadagnare il rapporto della cittadella con il lungomare. Abbiamo lungamente colloquiato con il management di tutte le grandi fiere per capire come si stanno orientando, e non è facile, nel momento in cui - ad esempio - persino Bologna ha dovuto rinunciare al Motor Show».

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