domenica 15 settembre 2013

Capitale della Cultura (Taranto o Lecce?): lite PerroneEmiliano

Anni fa, erano riusciti a stringersi la mano addirittura alla vigilia di un infuocato derby Lecce-Bari al Via del Mare. Ora, invece, si mettono a litigare non per colpa del calcio, ma per la cultura. Paradossi della politica, si penserà, perché qui la politica c’entra, eccome. Perché i due, Paolo Perrone e Michele Emiliano, tra poco meno di due anni, potrebbero trovarsi contrapposti - il primo alla guida del centrodestra, il secondo col centrosinistra - nella corsa per le Regionali.
Ieri mattina, intanto, il sindaco di Lecce non ha affatto preso bene l’invito che il primo cittadino barese ha rivolto al premier Enrico Letta, in occasione dell’inaugurazione Fiera del Levante, affinché il capo del Governo sostenga «con forza» la candidatura di Taranto a capitale europea della Cultura 2019. «Ideale candidata a questo ruolo», ha sottolineato Emiliano, ricordando come il capoluogo di regione sia sceso in campo proprio per sostenere, a sua volta, questa candidatura con «disinteressata determinazione».
«Gioca brutti scherzi, a volte, lo spirito campanilistico - attacca Perrone, con riferimento alle parole del sindaco di Bari - Porta a dimenticare l’esistenza, nell’ordinamento della nostra Repubblica, di organi democratici necessariamente informati ad un’idea di superpartismo - mi si passi il termine difficile - e di terzietà che non consente deroghe di sorta. Neanche quando si tratta di perorare la causa di una città (come in questo caso) che vive certamente momenti difficili e che per questo va aiutata: ma nei modi opportuni».
Il sindaco di Lecce, da imprenditore e politico, dice di credere nella sana concorrenza. «Dunque ben vengano due schieramenti - Taranto-Bari contro Lecce e Brindisi - a contendersi lealmente, a viso aperto, quel titolo per cui la mia città si prepara da almeno due anni - prosegue Perrone - Taranto, alla fine, ha tutte le carte in regola per aspirare a questo traguardo, e il territorio regionale tutto non potrebbe che beneficiare comunque di una simile opportunità, che ha in ogni caso ricadute positive anche sui comprensori limitrofi. Al sindaco di Bari, però, voglio ricordare che tutte le città italiane candidate avrebbero lo stesso diritto di essere adeguatamente sostenute nei loro sforzi, ognuna per i suoi meriti e per le sue difficoltà. E che il criterio per scegliere la Capitale europea della Cultura 2019 non sarà quello di una pur doverosa istanza di riscatto, bensì la capacità di rappresentare appieno il fermento sociale, economico e culturale di una realtà locale che si propone come faro di civiltà per tutto il territorio europeo. Se chi dovrà dunque decidere in merito penserà che Taranto sia adeguata a questo ruolo, ben venga per lei questo titolo, tutta la Puglia non potrà che rallegrarsene. Ma fino a quel giorno - conclude Perrone, pensando forse anche alle prossime Regionali - per quanto mi riguarda, evviva la concorrenza».

FABIO CASILLI LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Nessun commento:

Posta un commento