
di Mimmo Mazza
TARANTO - Concorso pilotato alla Camera di Commercio? Sarà un processo a stabilirlo.
Il giudice per l’udienza preliminare Valeria Ingenito, accogliendo la
richiesta formulata dal sostituto procuratore Remo Epifani, ha rinviato a
giudizio il presidente della Camera di commercio Luigi Sportelli,
l’allora suo vice Leonardo Giangrande, i consiglieri Riccardo Caracuta e
Paolo Nigro, il rappresentante di Unioncamere Ugo Girardi e il
dirigente del tribunale di Taranto Tommaso Valentino, coinvolti
nell’inchiesta sul concorso sospetto da segretario generale dell’ente.
La decisione è stata assunta dopo la formulazione da parte del pm
Epifani del capo di imputazione, così come ordinato dal gup con proprio
ordinanza lo scorso 10 aprile.
I sei imputati saranno giudicati dal tribunale di Taranto a partire dal prossimo 7 luglio per tentato abuso d’ufficio.
Secondo l’accusa, Sportelli-Giangrande-Caracuta-Nigro-Girardi, nella
qualità di componenti della commissione esaminatrice per la selezione
del segretario generale della Camera di Commercio, avrebbero favorito il
candidato Tommaso Valentino, attribuendo un voto alla sua laurea
superiore a quello attribuito ad un candidato che aveva riportato un
voto di laurea superiore e identico a quello di un altro candidato che
pure aveva ottenuto un voto di laurea superiore a quello conseguito da
Valentino, consentendo così a Valentino di accedere alla successiva fase
del colloquio al cui esito veniva attribuito il punteggio più elevato
con collocazione al primo posto della graduatoria. La procedura poi si
bloccò perché a seguito dei rilievi formulati dal responsabile del
procedimento, la giunta camerale nella seduta del 7 ottobre 2011 annullà
in autotutela tutti gli atti sino ad allora adottati.
L’inchiesta è nata da una denuncia presentata dall’ex commissario della
Camera di Commercio Roberto Falcone. In un primo momento, il pubblico
ministero Remo Epifani chiese al giudice per le indagini preliminari
Martino Rosati di archiviare il procedimento, ritenendo che quanto
segnalato da Falcone riguardo la presenza di irregolarità nelle
procedure di selezione per l’incarico di segretario generale della
Camera di Commercio non era meritevole di approfondimento investigativo
ma al limite di ricorso al competente giudice amministrativo.
Falcone tramite l’avvocato Ludovica Coda si oppose alla richiesta del pm
Epifani, fornendo al gip elementi tali da ordinare alla pubblica accusa
di svolgere tutti gli accertamenti del caso. Il gip Rosati aveva
ritenuto, infatti, che nel caso in specie, «a fronte di specifiche
circostanze di fatto, seppure in parte rappresentate sulla base di
notizie generiche e da fonti anonime, non è stata operata alcuna
verifica, sebbene delle circostanze, allo stato in astratto, potrebbero
essere rivelatrici di comportamenti suscettibili di rilevanza penale».
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Egidio Albanese, Vincenzo Vozza,
Leonardo Pugliese, Riccardo Olivo, Nicola Apa e Michele Rossetti.